Alessandra Migneco, attaccante classe 2004 della Lucchese, squadra attualmente 13esima nel Girone A di Serie C, si è raccontata ai nostri microfoni. Una chiacchierata tra inizi, presente e obiettivi futuri.
Come hai iniziato a giocare a calcio?
“Iniziai a giocare all’età di 6 anni. Vedevo molti bambini giocare nel vicinato, ed io mi aggiungevo sempre. Mi incuriosiva parecchio questo gioco. In questa maniera, con mio cugino, decidemmo di iscriverci a scuola calcio”.
La tua famiglia ti ha sostenuto? Quanti sacrifici hanno fatto loro? E soprattutto, quanti ne hai dovuti fare tu?
“Crescendo, non potei più giocare con i maschi. Ero l’unica femmina, per cui decisi di scrivere un’e-mail al Catania. Quando mi contattarono per il provino, ero super gasata. Questa scelta ovviamente richiedeva parecchi sacrifici, soprattutto da parte dei miei genitori. Ogni giorno, dopo scuola con mio padre, si partiva alle 16 e si rientrava alle 22. Gli pesava abbastanza, ma non me lo ha mai fatto capire. Quando tornavo a casa c’erano le mie sorelle insieme alla mamma che mi aspettavano per cenare. Nonostante la stanchezza e gli allenamenti tutti i giorni, riuscivo ad organizzarmi con la scuola grazie anche ai professori ed ai miei compagni di classe”.
Quando hai capito qual era il tuo ruolo? È stata una scelta naturale, oppure qualche allenatore ha intravisto che avevi il potenziale per fare l’attaccante?
“Dai tempi della scuola calcio ho giocato sempre avanti. Non mi ritengo una punta centrale, magari un esterno d’attacco o di centrocampo”.
Sempre rimanendo in tema, qual è il modulo che preferisci? Meglio punta unica, in coppia o nel tridente? Quale ti esalta di più?
“Il modulo che preferisco è il 3-4-3, giocando nel tridente”.
Come hai scelto il tuo attuale club?
“A dicembre sapevo di dover andare via dal mio precedente club per recuperare una serenità mentale. Quindi, grazie al mio procuratore, abbiamo valutato le proposte, e infine decisi di venire a Lucca, una città davvero molto bella e accogliente”.
Com’è giocare in Serie C, in un girone comunque tosto come il Girone A? Miglioreresti qualcosa?
“Posso dire che la differenza tra il Girone C, in cui ho giocato con il Catania, e il Girone A, in cui gioco da 2 anni, è netta. Sicuramente posso dire che c’è tanto da migliorare per quanto riguarda l’organizzazione dei club. Purtroppo sappiamo che in Italia con il calcio femminile siamo molto indietro, ma fortunatamente, anche se molto lentamente, si stanno facendo dei progressi”.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
“Uno degli obiettivi è crescere calcisticamente sempre di più, e andare a giocare all’estero”.
Ultima domanda, per chiudere. Sei seguita da qualche procuratore? Se sì, da quale agenzia? Cosa ne pensi? Ti supportano?
“Sono seguita da MapaSportsAgency, e sono delle persone molto competenti, occupandosi molto dell’atleta in questione”.
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