Calcio Femminile

CALCIATRICE U15 SQUALIFICATA PER UN ANNO CAUSA INSULTI RAZZISTI ALL’ARBITRO

L'episodio increscioso durante Pro Venezia-ChievoVerona Women di domenica scorsa

Ha dell’incredibile quanto riportato da Il Gazzettino e La Nuova Venezia: una calciatrice U15 è stata squalificata per un anno per aver rivolto delle offese razziste al direttore di gara. Il fatto si è svolto durante una partita della seconda fase del campionato.

L’evento

Domenica 14 maggio, alle 15:30, allo stadio Sant’Alvise di Venezia, Pro Venezia e ChievoVerona si sono affrontate in un match valido per la nona giornata della Seconda Fase del campionato U15 regionale. Le padroni di casa, attualmente quinte in classifica, hanno ospitato la capolista gialloblù, fermandola sul punteggio di 3-3. Ma la partita purtroppo, passa in secondo piano per quanto avvenuto. Al 28′ minuto di gioco del terzo tempo – così riporta “Il Gazzettino” citando il referto arbitrale -, dopo un’interruzione del direttore di gara, la panchina della Pro Venezia è entrata in campo protestando veementemente. L’arbitro è riuscito a placare le proteste e a far riprendere l’incontro, salvo poi ricevere epiteti discriminatori dai tifosi al termine della partita.

La squalifica

È stata proprio quell’interruzione che ha portato alla squalifica della calciatrice U15, della quale – giustamente – non è stato fatto il nome per evitarle rigurgiti d’odio. Evidentemente, la giocatrice, è stata tra le più attive nel rivolgere insulti discriminatori al signor Musa della sezione di Venezia. Il club è stato punito con una multa di 500€ e la disputa di due partite a porte chiuse, pena al momento sospesa, dunque non troverà immediata applicazione. La giocatrice è stata punita non con un numero di giornate, ma con la squalifica diretta sino al 30 giugno 2024, cioè fino al termine della prossima stagione. Ad influire, sulla gravità del fatto, la giovane età della ragazza.

Il commento

Il calcio continua ad essere preda degli insulti razzisti, come già visto per quanto riguarda i casi di Lukaku e Vlahovic nel maschile, o le parole ingiuriose rivolte a Rofiat Sule del Vicenza. Il fatto ancora più grave, è che gli insulti razzisti sono stati pronunciati da una giocatrice minorenne. E a condire il tutto, gli epiteti discriminatori lanciati dalla tifoseria, composta dai genitori delle ragazzine. Non avevamo dubbi da dove provenisse il cattivo esempio. Dovrebbe essere inutile ribadire l’occorrenza del dare il buon esempio ai propri figli, prima di tutto in casa propria, e poi anche a scuola e negli altri luoghi di aggregazione. Obbligatorio anche l’impegno delle istituzioni a combattere ogni forma di discriminazione, perché, nel 2023, questi episodi non sono più accettabili, e non possono essere la normalità.

Sebastiano Moretta

Appassionato di calcio femminile, F1 e ciclismo. Amante della storia dello sport, specialmente quella del calcio femminile.

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