Camilla Ronca, attaccante classe 1999 del Lumezzane, squadra attualmente terza nel girone B di Serie C, si è raccontata ai nostri microfoni. Una chiacchierata tra inizi, presente e obiettivi futuri.
Come hai iniziato a giocare a calcio? Quanto è stata importante la tua famiglia?
“Sono diventata calciatrice grazie a mio zio Giuseppe. Dai 6 mesi fino ai 3 anni sono stata accudita da lui che, insieme a mia zia, mi faceva da baby sitter. In questo tempo, oltre ad insegnarmi i primi passi, mio zio mi ha insegnato anche i primi calci. Raggiunti i 3 anni mi ha iscritto a scuola calcio, nella squadra del paese. Da allora giocare a calcio per me è sempre stato naturale, ma ancora ringrazio mio zio perché la spinta e l’insegnamento della costanza sono venuti proprio da lui.“
Che cos’è il calcio per te?
“Da quel momento il calcio è diventato il mio compagno di vita, il luogo in cui mi posso nascondere quando fuori le cose non vanno. È il mio posto sicuro; lì mi sento libera.“
Quando hai capito qual era il tuo ruolo? Ti sei ispirata a qualcuno in particolare?
“Il mio ruolo in campo è attaccante, o meglio, esterno alto. È un ruolo che rispecchia il mio idolo nel calcio: Ibrahimovic.“
Come mai proprio questo ruolo?
“In questa posizione mi sento libera di poter esprime le mie caratteristiche e sfruttare al massimo le mie potenzialità. Rientro e calcio spesso e volentieri da fuori area.“
Cosa credi sia fondamentale per essere una professionista?
“Per essere professionista penso che debbano esserci un miscuglio di ingredienti fondamentali che possono portarti in alto: la passione innata per questo sport, la determinazione, la costanza, la forza di volontà. Aggiungo lo spirito di sacrificio: in uno sport di squadra è importante. Sono tutti valori che, oltre ad avere in campo, devi avere anche nella vita di tutti i giorni.”
Com’è stato arrivare al Lumezzane?
“Il mio debutto con la squadra del Lumezzane è stato impegnativo ma in senso positivo. Arrivavo da una stagione un po’ travagliata al Brescia in Serie B. Sentivo gli occhi puntati addosso e molta responsabilità sulle spalle per la stagione che dovevo affrontare. È bastato, però, toccare con i piedi il campo e tutti i pensieri si sono spenti per lasciare spazio alla creatività e all’istinto. Credo che queste due siano le caratteristiche che mi contraddistinguono per poter fare grandi cose in campo. Sono stati importanti anche i tifosi: sentirli e averli vicino mi ha aiutato molto e continua a farlo anche ora.”
Sei seguita da qualche procuratore? Se sì, da quale agenzia?
“Sono stata contattata tanto tempo fa da MapaSportAgency, ma a primo impatto ero un po’ titubante.”
Che cosa ti ha convinto?
“Mi sono informata e ho chiesto a chi era già in questo mondo. Ho respirato serietà e attenzione riguardo ai bisogni della calciatrice e alla fine ho accettato.”
Che cosa ti aspetti in questo percorso con MapaSportsAgency?
“Mi aspetto di avere comprensione e aiuto da parte di uno staff che è molto competente e, soprattutto, la spinta per poter puntare agli obiettivi futuri, che sicuramente sono ambiziosi.”
Che cosa ti aspetti dal futuro?
“Non voglio smettere di crescere e vivo la vita sempre in crescendo. Voglio che sia così anche nel calcio finché si può! Mi aspetto di essere chiamata da squadre importanti che possano valorizzare le mie caratteristiche per ricevere il 100% di me.”
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