Davide De Masi, intermediario dell’agenzia di procuratori MapaSportsAgency, ci ha raggiunto ai nostri microfoni. Ecco la chiacchierata, tra l’avvio della sua carriera professionale, una riflessione sul professionismo e l’ultima sessione di calciomercato.
Com’è nata l’idea di diventare procuratore?
“Sicuramente l’idea di diventare procuratore nasce da lontano. Da quando, sin da bambino, mi immedesimavo davanti alla Play Station a essere parte integrante del mondo del calcio. Poi, grazie anche al supporto di alcuni amici, nel 2019 decisi di aprire una pagina su Instagram, di cui ancora ricordo il nome (Temafootball24): l’intento era quello di iniziare a fare qualcosa di professionale, di iniziare ad entrare nelle dinamiche calcistiche e soprattutto di supportare e far emergere il calcio femminile. Nell’Agosto del 2020 arrivò la chiamata della Mapa Sports Agency, nella figura di Filippo Foggi“.
“Filippo mi chiese di intervistare una loro calciatrice, e da li è iniziato il percorso. Dapprima sono diventato scout e successivamente Responsabile dell’Area Scouting dell’Agenzia: è stata una grande occasione. Poi è iniziato il percorso da intermediario e adesso siamo qui. Devo dire un grazie infinito a Filippo, ma soprattutto a Paolo Foggi, il nostro Agente FIFA: c’è un rapporto clamorosamente bello e lavoriamo in modo sereno e pacifico. Con Paolo c’è un’endiadi lavorativa perfetta, e si sta cercando di rendere sempre più orgogliose le nostre atlete”.
Com’è nata MapaSportsAgency? Com’è far parte del loro staff?
“MapaSportsAgency nasce nel 2009, inizialmente come agenzia di procuratori nel calcio maschile, ma ben presto diventata quasi esclusivamente di calcio femminile. Crediamo moltissimo nel calcio femminile, e per noi le ragazze vengono prima di tutto. Siamo orgogliosi quando una calciatrice decide di affidare a noi la sua carriera. A differenza di molte altre agenzie, la cosa di cui vado più fiero è il rapporto che abbiamo con le atlete: dopo la partita, dopo gli allenamenti, durante la settimana, c’è un contatto costante con loro. C’è un rapporto di amicizia – professionale dico sempre: con molte ragazze c’è qualcosa in più del semplice rapporto calciatrice/procuratore”.
Il mondo del calcio femminile come ha reagito all’ingresso dei procuratori? Le giocatrici sono state entusiaste o qualcuna è stata più reticente?
“Le società di calcio femminile devono accettare l’ingresso dei procuratori. È essenziale che le calciatrici siano tutelate, a 360 gradi. Una calciatrice senza Agente è come un imputato senza avvocato: le tutele ci devono essere. Le società, giustamente, devono fare i loro interessi…ma è necessario che anche le calciatrici vengano tutelate e vengano soddisfatti i loro interessi. Devo dire che con la maggior parte dei club c’è un rapporto di collaborazione diretta, hanno capito che serve questa doppia strada: alle società fa comodo avere i procuratori che propongono calciatrici durante il mercato, e idem al procuratore fa comodo avere buoni rapporti con le società al fine di garantire sistemazioni ottime alle proprie assistite. Purtroppo c’è ancora qualche società, che per fortuna si stanno estinguendo, che è restia nel rapporto con gli Agenti: ma per fortuna le calciatrici stanno capendo che è fondamentale avere una tutela”.
MapaSportsAgency segue più di 300 atlete. Vi aspettavate numeri simili? Quanto ha influito il tuo contribuito?
“Seguiamo orgogliosamente 300 calciatrici. E ripeto, orgogliosamente. Ritorno al discorso di prima: quando un’atleta decide di affidare a noi il mandato, per noi è motivo di grande soddisfazione. Siamo l’agenzia più grande in Italia e questo è merito soprattutto delle ragazze. Mapa Sports Agency è una famiglia, siamo una grande squadra: io, Paolo, Filippo, i nostri collaboratori sui campi, e soprattutto le calciatrici”.
Cos’è cambiato con il professionismo nel vostro mondo? Quanti aspetti positivi e quanti negativi? Come funzionava prima della sua introduzione?
“Sicuramente il professionismo ha aiutato anche la nostra professione, avendo riconosciuto ufficialmente la nostra posizione all’interno della Serie A. I passi da fare sono molteplici, sono tanti: il professionismo così come è stato fatto è sicuramente un primo passo avanti, ma è necessario compierne almeno altri 1000 di passi. Se noi andiamo a guardare i dati, il professionismo attuale è riconosciuto a circa 2 ragazze italiane su 10 in Serie A, essendo che l’80% delle calciatrici militanti nel nostro massimo campionato sono di provenienza estera. Bisogna lavorare sui settori giovanili, sulle U17 soprattutto”.
Cosa cambiereste dell’attuale professionismo nella Serie A Femminile?
“Per quanto riguarda la nostra posizione, siamo contenti perché con il d.lgs. 36/2021 e con il decreto legislativo correttivo del 2023, la figura del procuratore è riconosciuta anche tra i dilettanti. E direi finalmente”.
Parlando della sessione di mercato appena conclusa, qual è quello che ritieni essere stato “il colpaccio”?
“Son tutti colpacci di mercato. È stata una sessione di mercato anomala: si è fatto poco fino a metà Luglio, poi da lì è iniziato un marasma generale che si è protratto sino alla chiusura, con diverse operazioni chiuse sul gong. Siamo felici perché siamo riusciti a garantire una sistemazione a tutte le nostre calciatrici, cercando di soddisfarle in ogni loro richiesta”.
“Sara Baldi al Como rappresenta sicuramente uno dei colpi dell’estate: con la Fiorentina, purtroppo, il rapporto si era sgretolato gli anni passati. La prima scelta di Sara era quella di rimanere alla Sampdoria. Poi con tutto il casino che c’è stato con la squadra doriana, Como è stata una occasione che non potevamo lasciarci sfuggire: il DS Keci da Giugno chiedeva di Baldi, c’è stato un interesse fortissimo. Citerei tutti i nostri colpi, perché ogni movimento è degno di nota: Ferin e Fuganti al Parma rappresentano due movimenti di grande spessore di due calciatrici che hanno un futuro enorme. Gardel al San Marino era la corretta prosecuzione di quanto fatto con Ricci a Ravenna; Blasoni e Zito all’Arezzo, e tutte le altre. Anche in Serie C siamo contenti di come abbiamo operato: Ienna all’Orobica, Vergani al Real Meda, Makulova al Frosinone, Aliquo allo Spezia, e via dicendo”.
Qual è stata invece la trattativa più complicata?
“Due trattative sono state più complesse delle altre. La prima è quella che ha riportato Gaia Milan in Italia, al Cesena dopo l’esperienza al Birkirkara. Devo dire grazie al DS Sanna, perché l’ha fortemente voluta e ha fatto tutto e più di tutto per definire la trattativa visto che, diciamo, il Tavagnacco non si è comportato proprio correttamente. La seconda trattativa che ci ha fatto penare, ma del cui risultato ne andiamo fieri è quella di Alessia Carcassi. La volontà di Alessia è sempre stata quella di andare in Serie B. Con tutto il grazie alla Pro Sesto, ma Alessia meritava un palcoscenico diverso: abbiamo lavorato bene con l’Arezzo, e siamo riusciti, nonostante comportamenti anche qui discutibili, a portare a casa la trattativa. Son due calciatrici forti, che rappresentano il fiore all’occhiello della nostra agenzia”.
Un messaggio infine per le tue calciatrici. Cosa vuoi augurare loro per questo inizio di campionato?
“A tutte le nostre calciatrici dico di inseguire i loro sogni, e di spingere forte. Sempre. Noi saremo sempre al loro fianco. Sarà un anno ricco di grandi soddisfazioni, perchè tutte le nostre atlete lo meritano. E come diciamo noi… We Take Care of Your Dreams”.
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