È quella settimana lì. La settimana dove Milano si ferma e tace. La settimana dove il lunedì mattina si lasciano mentalmente da parte le faccende lavorative, scolastiche o di puro diletto. È la settimana del derby di Milano tra Inter e Milan. A differenza dello scorso decennio, durante il quale il calcio meneghino era quasi completamente scomparso dai radar europei e mondiali, le due compagini milanesi sono riuscite a restituire lustro e popolarità a questo grande evento grazie al proprio ritorno nelle posizioni di vertice. Le premesse odierne sono le migliori possibili: dopo appena 3 giornate, entrambe le squadre sono prime a punteggio pieno. Non resta che accomodarsi sui seggiolini di San Siro o sui divani di casa armandosi di stomaco forte. Per il resto, godiamoci lo spettacolo.
Reduce da tre successi in altrettante gare contro Monza, Cagliari e Fiorentina, la compagine di Simone Inzaghi ha iniziato questa stagione con la quarta ingranata. La porta attualmente difesa dal neo-acquisto Sommer è al momento inviolata grazie, soprattutto, alle ottime prestazioni difensive del Biscione, il quale sembrerebbe aver rispolverato uno Stefan de Vrij in versione super come non lo si vedeva da tempo. Le corsie esterne puntualissime nel garantire all’attacco quella pericolosità che da sempre distingue il gioco inzaghiano: menzione d’onore, dunque, per Dimarco e Dumfries, i quali hanno attivamente partecipato a 4 reti su 7 realizzate. Neanche a dirlo, la stella splendente della Beneamata è il capitano Lautaro Martinez, a segno segno in tutte e tre le prime giornate e già a quota 5 reti. L’intesa con Thuram sembrerebbe prossima a sbocciare, e un test impegnativo ed insidioso come la stracittadina potrebbe essere la prova del 9 (e del 10).
La controparte milanista non sarà certamente da meno. Profondamente rinnovata nell’organico visto il mercato assai movimentato, i ragazzi di mister Stefano Pioli sembrerebbero aver (quasi) completamente sanato quel fardello che tanto ha tediato l’organico rossonero: la mancanza di qualità in panchina. Questo progresso ha sin da subito manifestato i propri frutti nel corso delle prime tre gare contro Bologna, Torino e Roma: per un Pulisic che esce, subentra un Chukwueze; per un Leao che riposa, c’è un Okafor pronto all’uso. E così via. L’ossatura principale della squadra, unite a queste chicche rafforzative, potrebbe cagionare molti problemi ai rivali interisti e non solo. Come sempre, nel bene e nel male, a parlare sarà il campo.
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