Il Rinascimento è stato il periodo storico del rinnovamento artistico, culturale, filosofico, scientifico e letterario, avvenuto in Italia tra il ‘400 e il ‘500. La città fulcro di quest’epoca è stata senza dubbio Firenze, soprannominata infatti la Culla del Rinascimento. A livello calcistico è un’interessante coincidenza che la rinascita sportiva di Jack Bonaventura si sia proprio compiuta sulle sponde dell’Arno. Il centrocampista marchigiano è stato definito in passato, soprattutto dopo l’addio al Milan, un calciatore già sulla via del tramonto, dalle grandi qualità tecniche minate da qualche infortunio di troppo. Jack non ha dato peso alle critiche, lavorando con costanza e accettando la sfida per nulla semplice della Fiorentina.
Arrivato tre anni e mezzo fa, per lui le cose non sono subito andate benissimo, tutt’altro. La stagione estremamente tormentata che ha visto alternarsi Iachini e Prandelli ne è la riprova. Successivamente però, sulla panchina della Viola si è seduto un tecnico dalle grandi capacità, capace di riportare in A lo Spezia, trascinandolo l’anno seguente alla salvezza. Vincenzo Italiano, oggi al terzo anno alla guida della Fiorentina, ha saputo trasformare una squadra da metà classifica in un club in costante lotta per l’Europa. Il suo calcio, divertente e offensivo, ha esaltato le qualità dell’intera rosa, che è stata in grado di raggiungere ben due finali nella passata stagione. L’arrivo di Italiano è risultato determinante anche e soprattutto per Bonaventura, che in poco tempo è diventato il principale leader tecnico della squadra toscana.
Ai nastri di partenza della stagione attuale, Giacomo Bonaventura prometteva di offrire la sua esperienza e le sue conoscenze ai calciatori più giovani, in quanto più anziano del gruppo. Il suo avvio di campionato è stato esaltante: 4 gol e 2 assist nelle prime 8 giornate, che lo hanno reso il più incisivo nel suo ruolo in Serie A. Non a caso Italiano, che cambia i suoi interpreti spesso e volentieri, non ha mai rinunciato alla sua presenza in campo, lasciandolo riposare solo nel match contro il Genk. Jack, al di là dei numeri, ha mostrato di essere sempre determinante e presente nei momenti più importanti delle partite.
L’ultimo esempio è la partita al Maradona, terminata 1-3 per la Fiorentina. A Napoli, Bonaventura ha offerto una prestazione eccellente, con un gol segnato e un passaggio decisivo per Parisi che ha portato alla rete di Nico Gonzalez. Proprio quell’azione rappresenta tutta l’intelligenza e l’estro calcistico del centrocampista ex Milan: in un momento così importante del match il cronometro suggeriva di tenere la palla e far trascorrere i secondi. Jack ha invece scelto una soluzione tanto cara al calcio di Italiano, servendo in avanti Parisi e proiettando il suo sguardo verso la porta di Meret, non rinunciando dunque ad attaccare. Bonaventura sembra sempre vedere l’azione prima degli altri, sapere già dove finirà la palla, e in questo avvio di campionato ha senza dubbio dimostrato di essere ancora un giocatore decisivo.
Non ha fatto tardi ad arrivare la chiamata di Luciano Spalletti, con cui Jack Bonaventura riassaporerà dopo 3 lunghi anni la sensazione di giocare in Nazionale. Il tecnico di Certaldo lo ha definito “il nostro Bellingham”, facendogli i complimenti per la prestazione contro il Napoli. La convocazione è forse il premio migliore per Jack, che dopo tanto tempo ha finalmente avuto la sua rivincita su chi ha sempre sottovalutato il suo grande talento.
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