La Corte federale d’appello della FIGC, lo scorso 20 gennaio, ha deciso di penalizzare di 15 punti in classifica la Juventus nel processo sulle plusvalenze dei calciatori. Una penalizzazione discussa a lungo e tutt’ora oggetto di polemiche tra la società, i tifosi, i meno tifosi e chi più ne ha più ne metta. La Vecchia Signora presenterà ricorso, naturalmente. Entro il prossimo 1° marzo il Collegio di Garanzia dello Sport del CONI ne stabilirà l’ammissibilità e nel caso fisserà un’udienza per discuterlo. Nella miglior delle ipotesi, la squadra di Allegri si ritroverebbe di nuovo in compagnia di Lazio, Atalanta e Milan nella lotta per un posto nella Champions League 2023/24. Ma non c’è quiete prima della tempesta: la Guardia di Finanza di Roma, nella giornata di martedi 21 febbraio, ha citato in giudizio Paulo Dybala, ex calciatore bianconero. La ragione che si cela dietro la sua convocazione è la cosiddetta “manovra stipendi”.
La Joya e il suo mancino prelibato, da quest’anno una delizia per Mourinho, la Roma e i tifosi giallorossi. Ma l’argentino non dormirà sonni tranqulli per via di un duplice accordo con la dirigenza della sua ex squadra, la Vecchia Signora. Oltre la questione plusvalenza e la penalizzazione, sotto la lente d’ingrandimento del procuratore Chinè, a capo delle indagini, c’è la “manovra stipendi” della Juventus. Anzi, le manovre stipendi. Facciamo un passo indietro e torniamo a marzo 2020, un mese dopo lo scoppio della pandemia da COVID-19. Per causa della mancanza di incassi da stadio e diritti TV, la società chiede ai giocatori di rinunciare a quattro mensilità per un risparmio totale di 90 milioni. Viene promesso loro che tre di queste quattro mensilità sarebbero state restituite nel caso di ripresa delle competizioni. I giocatori accettano e i nuovi contratti con integrazioni, accordate in sede separata (le famose “side letter”), vengono così depositati in Lega il 30 giugno 2022. Un giorno prima la ripresa del campionato.
Secondo un’analisi dell Consob, la società si era impegnata a versare i 70 milioni delle tre mensilità e, quindi, doveva registrarli in bilancio come debito o accantonamento rischi. Ma ciò non accade e il bilancio della stagione 19/20 risulta migliore di quelli successivi in cui si registrano tali pagamenti. Si tratta quindi a tutti gli effetti di falsa comunicazione in bilancio. Facendo un balzo all’anno successivo, ahimè, si ripresentano purtroppo gli effetti negativi della pandemia sul mondo del calcio. La Juventus ripropone quanto commesso l’anno prima con la manovra stipendi. Parte dello stipendio verrebbe, a detta loro, “spalmato” nelle stagioni successive o, in caso di cessione ad altra squadra, corrisposto sotto forma di incentivo all’esodo. Ben 17 giocatori aderiscono alla richiesta della società e questo significa 63 milioni di risparmio. Il problema sorge nel momento che, di questi 17, la società deposita solo 7 contratti con reintegro, a differenza di quanto pattuito negli accordi privati sottoscritti. La magistratura ha indagato e portato alla luce tali accordi durante le perquisizioni negli uffici degli avvocati.
Impossibile dirlo con certezza. Un’altra grossa penalizzazione o una multa salatissima, ad oggi la bilancia non pende ne da una parte né dell’altra. E nelle ultime ore si vocifera anche di un patteggiamento, ipotesi da non escludere a priori. Ci sono vari fattori da tenere in considerazione. La violazione del codice di giusta sportizia, in particolar modo riguardo il deposito parziale degli accordi e il deposito di quelli non completi dell’incentivo all’esodo, fa capo all’articolo 31 e quindi punibile con multe che vanno da 1 a 3 volte la cifra del contratto non depositato. Attenzione anche al comma 3 dell’articolo 31, il quale prevede per questa fattispecie da 1 a più punti di penalizzazione. Aldilà della sorte della società, la responsabilità ricade anche sui giocatori: se ritenuti responsabili, i 17 firmatari rischierebbero una squalifica di almeno un mese dai campi di calcio. Bentancur, Bernardeschi, Bonucci, Chiellini, Chiesa, Cuadrado, Danilo, Demiral, Ronaldo, Dybala, Kulusevski, Alex Sandro, McKennie, Rabiot, Arthur, Ramsey e Szczesny. Non c’è riscontro dei pagamenti pendenti e il rischio che i legali dei giocatori agiscano contro la società è più concreto che mai. La questione plusvalenze verrà aggiornata ai primi di marzo, per la “manovra stipendi” bisognerà probabilmente attendere l’udienza a metà aprile.
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