Interviste

MARTINA BASSOLI: “IL MIO MODO DI GIOCARE RISPECCHIA CHI SONO”

Classe 2003, l'attaccante delle Juniores del Fiammamonza si è raccontata ai nostri microfoni

Ospite ai nostri microfoni Martina Bassoli, attaccante classe 2003 del Fiammamonza Juniores. Ecco le sue parole, tra passato, presente e futuro.

Martina, cosa rappresenta per te il calcio? Qual è il tuo rapporto con questo sport? Cosa ti ha spinto a diventare calciatrice?

“Il calcio è sempre stato sport e divertimento. Un momento in cui uscire dalla quotidianità e dimenticare i problemi, pensando solo a me, il pallone e il prato verde. Farlo con il sorriso mi ha sempre caratterizzato. Ho sempre avuto un grande rapporto con il mondo del calcio. Mio padre e i miei fratelli sono milanisti e appassionati. Man mano questo sport è entrato dentro di me, e ho capito di volerlo praticare, anche a costo di doverlo fare con i maschi (cosa che in passato avevo rifiutato). Sono anche abbastanza brava, pur avendo imparato tutto quello che sapevo giocando in giardino con mio fratello”.

L’influenza della famiglia e l’esordio con il Fiammamonza

Quale persona ha avuto grande influenza nella tua carriera fino a questo momento? Perché?

“Mio padre ha sempre avuto un ruolo importante nel mio percorso. Non solo mi accompagnava ovunque io dovessi andare, ma mi ha sempre sostenuto nella mia scelta. Ne è sempre stato entusiasta. Mi ha fatto vivere il calcio come un momento di condivisione e di gioia, ed è sempre pronto a darmi consigli utili per migliorare”.

Che ricordo hai del tuo “debutto” in campo con la tua attuale squadra? Ricordi cos’hai provato? Hai sentito la pressione del pubblico?

“Il mio debutto è stato molto particolare, in quanto si trattava di un ritorno. Avevo già giocato nel Fiammamonza qualche anno prima, ma poi la mia avventura si era interrotta anche in modo brusco. Le nostre strade poi si sono incrociate nuovamente. Mi ricordo un bel debutto con goal ed espulsione procurata dell’estremo difensore della squadra avversaria, in una gara vinta 3-1. Quindi, grande gioia e voglia di continuare su questa strada. Non ho mai particolarmente sentito il peso del pubblico. Nel momento in cui scendo in campo si crea una sorta di bolla in cui mi immergo, e tutto ciò che si trova fuori dal rettangolo di gioco non mi riguarda”.

Il ruolo in campo e gli idoli calcistici di Martina Bassoli

Qual è il tuo ruolo preferito in campo? Come ti senti in campo?

“Il mio ruolo preferito è la seconda punta, in modo da avere qualcuno davanti che possa fare da riferimento centrale, avendo così lo spazio per muovermi tra le linee. In generale, però, mi piace attaccare la porta e fare goal, indipendentemente dalla posizione. In campo mi piace sentirmi libera di poter fare le giocate. Sono concentrata ma allo stesso tempo spensierata, perchè sto facendo una cosa che mi piace. Come mi voglio sentire in campo rispecchia come voglio essere nella vita: fare le cose al massimo sempre, senza mai mollare su nessun pallone”.

Quali sono i tuoi idoli calcistici?

“I miei idoli sono soprattutto Neymar, per il suo estro e divertimento che trasmette quando gioca, e Valentina Giacinti. Ammiro molto anche Eleonora Goldoni, per la grande dedizione che ha per lo sport e il benessere corporeo”.

L’essere calciatrice secondo Martina Bassoli

Secondo te, qual è l’aspetto migliore dell’essere calciatrice? E qual è il comportamento che bisognerebbe tenere, sia dentro sia fuori dal campo, per essere una grande professionista?

“L’aspetto migliore dell’essere calciatrice è il poter praticare uno sport che tanti, troppi, definiscono solo maschile, e poter dimostrare loro che tutti possono giocare a calcio. Per diventare una grande professionista bisogna essere concentrate, serie e dare il massimo in campo, ma bisogna tenere anche uno stile di vita sano fuori, mangiando bene”.

La scelta di Martina Bassoli di affidarsi ad un procuratore

MapaSportsAgency: cosa hai pensato quando sei stata contattata? Quale è stata la tua prima impressione?

“Conoscevo già Mapa per alcune compagne, e mi ha molto sorpreso che mi abbiano contattato. Sono rimasta piacevolmente sorpresa e molto contenta, perché mai me lo sarei aspettata. Ho fin da subito capito che si trattatava di un’agenzia seria, molto conosciuta e che ci sapeva fare con le giocatrici”.

Cosa ti ha spinto a scegliere MapaSportsAgency e cosa ti ha incuriosito di più? Cosa ti ha convinta?

“Ho scelto Mapa perché mi ha affiancata per un lungo periodo di decisione, senza mai abbandonare l’idea di avermi con loro. Mi ha incuriosita la possibilità di lavorare con un’agenzia di questo calibro, molto conosciuta, e di scoprire tutto quello che aveva a disposizione per me. E dunque mi ha convinta la possibilità di fare strada insieme, di crescere e trovare un supporto calcistico nel momento del bisogno”.

Gli obiettivi futuri e il calcio alla violenza sulle donne

Quali sono i tuoi obiettivi futuri? Sia fuori dal campo ma soprattutto dentro al campo?

“Fuori dal campo il mio principale obiettivo è quello di concludere il ciclo di studi con una laurea triennale, iniziata proprio quest’anno. Successivamente, voglio trovare un lavoro. Dentro al campo spero di poter trovare una squadra di un certo livello in cui migliorare ed esprimere il mio potenziale. Insomma, una squadra che rispetti le giocatrici, le sostenga, e impieghi i mezzi necessari a fare bene in campionato. Un team in cui divertirmi e in cui riuscire a riconquistare una fiducia sul campo che quest’anno sta venendo un po’ a mancare, a causa dei continui risultati negativi“.

Ci aiuti a dare un calcio contro i pregiudizi? Contro la violenza sulle donne?

“Purtroppo i pregiudizi esistono ancora, e bloccano fin troppe bambine nella volontà di giocare a calcio e praticare uno sport che viene definito solo maschile. Penso che il mondiale affrontato dall’Italia, e i risultati positivi che la Nazionale sta ottenendo, possano aver aiutato a smussare l’opinione pubblica, ma c’è ancora tanta strada da fare. La violenza sulle donne è diventata troppo presente e intollerabile, bisognerebbe fare di più per proteggere donne in difficoltà”.

Sebastiano Moretta

Appassionato di calcio femminile, F1 e ciclismo. Amante della storia dello sport, specialmente quella del calcio femminile.

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