Tutti i riflettori sono volti verso gli scorci finali della competizione più seguita al mondo: la Champions League ha presentato ufficialmente al panorama calcistico le quattro squadre europee più forti dell’attuale stagione. Da una parte prenderà vita una sfida dall’altissimo tasso tecnico, quella tra i campioni in carica del Real Madrid e la temutissima ciurma guidata dai gol di Erling Haaland e dalla direzione d’orchestra di Josep (detto Pep) Guardiola: tale Manchester City. Dall’altra parte del tabellone, invece, come ben 20 anni fa avrà vita tra le mura dello stadio San Siro un doppio euro-derby tutto tricolore tra Inter e Milan.
I nerazzurri sono riusciti a raggiungere le semifinali grazie al passaggio del turno contro il Benfica con un totale di 5-3 nei complessivi 180 minuti, stesso avversario che fu capace di guidare il proprio girone ai danni di PSG e Juventus. I ragazzi di mister Stefano Pioli, invece, sono stati caparbi nel saltare con pieno merito l’ostacolo chiamato Napoli, reo di non esser stato mai davvero pericoloso e orfano del miglior Victor Osimhen. In vista della doppia partita più attesa della stagione contro i “cugini” del tecnico Simone Inzaghi, riavvolgiamo il nastro andando ad analizzare il percorso del Milan fino a questo momento della stagione in Champions League.
L’appetito vien mangiando: questo il detto che più si addice al cammino del Milan svolto finora in Champions League. Ad inizio stagione, i rossoneri si ripresentarono per il secondo anno consecutivo all’urna di Nyon con delle certezze in più rispetto alla precedente annata: da Campioni d’Italia in carica la squadra capitanata da Davide Calabria poté fare affidamento sul piazzamento in prima fascia. L’esito della medesima diede come risultato la creazione del Gruppo E, in cui assieme a Milan vennero inserite Salisburgo, Dinamo Zagabria e Chelsea. Il pari per 1-1 all’esordio contro gli austriaci lasciò tutti a bocca asciutta, facendo presagire un passaggio del turno più complicato del previsto.
Tuttavia, grazie alla doppia vittoria andata-ritorno contro la Dinamo e il trionfo del ritorno per 4-0 contro il Salisburgo, la rosa di Pioli riuscì a guadagnarsi il secondo posto alle spalle dei Blues (mai riusciti a battere nel doppio incontro). Gli ottavi di finale vennero centrati, con lo sfavore della fascia d’appartenenza (la seconda), ma pur sempre raggiunti. L’urna di metà novembre sancì l’avversario dei rossoneri, niente meno che il Tottenham dell’italiano Antonio Conte: al termine di 180 minuti senza subire gol, il Milan approda ufficialmente ai quarti lo scorso 8 marzo, grazie all’unica rete nell’arco della doppia sfida siglato Brahim Diaz all’andata.
Tornati una terza volta al quartier generale UEFA per assistere ai sorteggi dei quarti di finale, Paolo Maldini e i componenti della società milanese hanno preso immediata coscienza degli avversari che avrebbero dovuto interfacciare nei successivi centottanta minuti: primissimo Derby italiano della stagione europea tra Milan e Napoli. I partenopei, di certo, venivano da un momento di forma eccelso, ma l’imprevisto era dietro l’angolo: poco prima di giocare la prima delle due gare il bomber numero 9 Victor Osimhen è stato costretto a dare Forfait, colpa di un infortunio rimediato in Nazionale.
Senza il nigeriano la ciurma di Spalletti ha dimostrato qualche lacuna, uscendo sconfitta da San Siro nel primo round per 1-0 grazie all’unica rete della serata milanese firmata Ismael Bennacer. Arrivare al Diego Armando Maradona con un solo gol di vantaggio non era poi così confortante per i rossoneri, anche e soprattutto dopo la notizia del ritorno in campo di Osimhen: ma una prestazione da dieci in pagella ha regalato il finale risultato di 1-1, nonché il complessivo passaggio del turno in semifinale. Ora, ad aspettare il Milan prima dell’ultimissimo step di Istanbul ci sarà l’Inter, in un Derby d’altri tempi: si prospetta chiaramente un “Fifty-Fifty”, ma i Diavoli possono vantare un palmares più prestigioso.
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