Ospite ai nostri microfoni Milena Bertazzoli, ala classe 2000 dell’Orobica Bergamo. Cresciuta proprio nella squadra bergamasca, con la trafila dalle giovanili alla Primavera, ha esordito in Prima Squadra nella Serie B 2020-21, nella gara pareggiata 2-2 con il Ravenna (giornata 3). Ecco le sue parole, tra passato, presente e futuro.
Milena, cosa rappresenta per te il calcio? Qual è il tuo rapporto con questo sport?
“Per me il calcio è tutto, ha sempre fatto parte della mia vita fin da quando sono piccola. È un insieme di emozioni e gioie, è una valvola di sfogo nelle giornate no. Mi sono appassionata a questo sport vedendo i miei compagni giocare negli intervalli alla scuola elementare. Da lì, non è più uscito dal mio cuore”.
Quale persona ha avuto grande influenza nella tua carriera fino a questo momento?
“Nella mia carriera fino a questo momento molte persone hanno avuto grande influenza sul mio percorso calcistico. Tra queste mio nonno, che ormai non c’è più, al quale ero molto legata ed era il mio primo tifoso. Era lui che mi portava agli allenamenti con la mia prima squadra (il Brescia, ndr). Poi i miei genitori, che hanno fatto mille sacrifici, e hanno sempre creduto in me”.
Che ricordo hai del tuo “debutto” in campo con la tua attuale squadra? Cosa hai provato? Senti la pressione del pubblico?
“La prima partita giocata con l’Orobica me la ricordo bene. Eravamo in serie B e giocavamo contro il Ravenna, quando l’allenatrice mi ha chiamata per farmi scaldare. Nella mia testa sono partite mille paranoie. Entrata in campo sentivo veramente tanta ansia. Ma grazie anche alle mie compagne, ho cercato di pensare solamente a godermi il momento, e a far valere tutta me stessa rimanendo il più tranquilla possibile”.
Qual è il tuo ruolo preferito in campo? Quali sono le tue sensazioni quando giochi?
“Quando gioco mi sento sempre libera, come se tutti i problemi esterni o la pressione in quel momento sparissero. Il mio ruolo preferito è ala, correre sulla fascia mi rende la persona più felice del mondo”.
Quali sono i tuoi idoli calcistici?
“Del Piero è un mio grande idolo. Quando ero bambina, i miei genitori mi accompagnavano spesso a vedere le sue partite, e io rimanevo sempre meravigliata e sbalordita dalle sue giocate e dai suoi gol. Nel femminile non ho un idolo ben preciso, però posso dire di ammirare molto Elisa Bartoli, sia in campo che fuori”.
Secondo te, qual è l’aspetto migliore di essere calciatrice? E qual è il comportamento che bisognerebbe tenere dentro e fuori dal campo?
“L’aspetto migliore dell’essere calciatrice, che sono riuscita ad imparare negli anni, è il capire veramente cosa significa la parola sacrificio. Giocare a calcio comporta molti sacrifici: allenamenti, trasferte… Apprendi fin da subito che per seguire la tua passione devi rinunciare a molto. Per essere una grande professionista dentro e fuori dal campo bisogna avere sempre rispetto per chiunque e tanta umiltà“.
MapaSportsAgency: cosa hai pensato quando sei stata contattata? Quale è stata la tua prima impressione?
“Quando sono stata contattata da MapaSportsAgency, ho fin da subito accettato di poter parlare con Davide. Mi ha trasmesso molta tranquillità e fiducia, è una persona sicura di sé e con idee ben chiare. Non ho esitato due volte ad accettare”.
Cosa ti ha convinto a scegliere MapaSportsAgency?
“Mi hanno spinto a fare questa scelta in primis le parole di Davide. Ma soprattuto il fatto che Mapa segue passo a passo le sue ragazze, non lasciandole mai sole soprattutto nelle scelte che possono influire sul loro cammino calcistico. È simbolo di grande professionalità”.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri? Sia fuori ma soprattutto dentro il campo?
“Mi aspetto di provare nuove emozioni e di avere un grande supporto sul nuovo percorso di crescita che sto intraprendendo. I miei obiettivi futuri sono molteplici sul campo. Spero di riuscire a migliorarmi sempre di più, e di dare il massimo per aiutare le mie compagne e la mia squadra a raggiungere il nostro obiettivo comune“.
Ci aiuti a dare un calcio contro i pregiudizi?
“Come dicono gli spot della serie A “il calcio è di chi lo ama”, penso che lo sport in generale non dovrebbe avere stereotipi di genere, soprattutto quando si parla di bambini. Dovrebbero sentirsi liberi di praticare lo sport che li rende felici maschi o femmine essi siano”
[Fonte foto: Milena Bertazzoli]
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