Dopo l’esonero di José Mourinho, alla guida tecnica della Roma, arriva sulla panchina giallorossa: Daniele De Rossi come nuovo ct. Ma vediamo la sua storica carriera in giallorosso da calciatore e analizziamo come potrebbe essere quella da allenatore.
Nato nel quartiere romano di Ostia il 24 luglio 1983 è figlio d’arte. Suo papà, Alberto De Rossi, fu giocatore delle giovanili della Roma prima e ct della squadra Primavera poi. Fa il suo esordio tra i professionisti il 30 ottobre 2001, a 18 anni, grazie a Fabio Capello in una partita di Champions League (Roma – Anderlecht).Ma è nella stagione successiva che a soli 19 anni esordisce in Serie A nella partita Como-Roma. Viene schierato successivamente da titolare e realizzerà il suo primo gol nella massima serie, durante una partita casalinga contro il Torino. Chiuderà la sua prima stagione con 4 presenze e 2 gol in campionato. Nel 2003-2004 totalizzerà 17 presenze in campionato contribuendo alla conquista in classifica del secondo posto e nel 2003-2004 totalizzerà 17 presenze in campionato realizzando anche il suo primo goal nelle Coppe Europee. Ma la sua prima stagione importante è quella del 2004 – 2005 quando a 21 anni, diventa titolare nella squadra di club e ottiene il titolo di Campione d’Europa Under-21.
Nella stagione 2006 ottiene la definitiva affermazione a livello internazionale. Al termine del campionato colleziona 36 presenze, segnando due gol. Con la squadra che ottiene il secondo posto finale in classifica. Vince la sua prima Coppa Italia ottenendo agli Oscar del calcio AIC il premio come “Migliore calciatore giovane” ed infine si laurea Campione del Mondo in Germania con l’ Italia allenata da Claudio Lippi.
Tutta la sua carriera da calciatore è stata legata soltanto alla Roma giocando dal 2001 al 2019, pur ricevendo tantissimo interesse da diversi club prestigiosi di tutto il mondo. È infatti il giocatore con il secondo maggior numero di presenze ufficiali nella Roma, dopo Francesco Totti. Alla fine della sua carriera da calciatore, con i giallorossi, ha conquistato due Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Ma più dei titoli ha conquistato la fiducia e la stima di tutta la tifoseria, da vero leader ha sempre onorato la maglia ed il club con professionalità e serietà ed è insieme a Francesco Totti l’emblema della Romanità!
Terminata la carriera da giocatore, Daniele De Rossi si è occupato sempre di calcio. Prima come collaboratore nella Nazionale Italiana di Mancini,poi come ct. È stato alla guida tecnica della Spal nella stagione 2022/23 e in 17 gare ha ottenuto 3 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte. Un allenatore sicuramente carismatico, caratteristica che non gli è mancata nemmeno da giocatore.Deciso e grintoso ha saputo prendersi sempre le responsabilità per prestazioni e risultati. Infatti la sua avvenutura a Ferrara è terminata prima del previsto,ma anche lì la stima tra tifosi, e non solo, non è mancata.
Ora per l ‘ ex capitan futuro e bandiera della squadra della capitale, ci sarà un compito sicuramente difficile: riportare la squadra giallorossa in una posizione di classifica importante, per provare a lottare per un posto nel Europa che conta!
Nell’ ambiente giallorosso non mancano opinioni discordanti sul suo arrivo. Ci sono una serie di sentimenti “contrastanti” che invadono il cuore dei Romani. La felicità, nel vedere una bandiera alla guida della squadra, che può trasmettere ai giocatori il vero senso d’appartenenza per la maglia e i valori giallorossi. Ma anche il timore che, se le cose non dovessero funzionare, si possa ritenere responsabile ingiustamente un uomo che con coraggio ha voluto soltanto non tirarsi indietro e affrontare una situazione certamente difficile. Non sono mancate allora le critiche alla società. Ma staremo a vedere. A nostro avviso l’arrivo di Daniele De Rossi può essere un cambiamento positivo,nessuno più di lui può trasmettere la voglia di ” sudare” la maglia che è quello che i tifosi vogliono adesso.
Cosa può dare Daniele De Rossi alla Roma? Il coraggio di mettere in discussione una storia perfetta, per aiutare la SUA squadra in uno dei momenti più difficili della sua storia.
Può così compromettere la carriera da allenatore? Beh, non importa! L’ unico suo rimpianto è aver “donato” alla Roma una sola carriera. Gli auguriamo di donarne allora tantissime e vincenti da allenatore!
“Per chi ho corso,per chi ho lottato,per chi sono morto” ROMA ROMA ROMA
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