Sono passate ormai ben sei stagioni da quando la tecnologia è entrata a far parte del quotidiano nelle sfide di Serie A: tuttavia, il così rinominato VAR (strumento dal 2017 in aiuto dell’Associazione Italiani Arbitri, conosciuta con l’acronimo di AIA), non avrebbe ancora limitato a dovere le lamentele dovute agli “errori” arbitrali presenti di settimana in settimana e mosse da tifoserie, giocatori e dirigenti.
Tra gli episodi più importanti avvenuti durante l’attuale stagione di campionato, torna subito in mente il fuorigioco fantasma di Leonardo Bonucci nella rete del 3-2 siglata Arek Milik nel pieno recupero di Juventus–Salernitana. In quel frangente, le immagini in aiuto del direttore di gara dettate dalla tecnologia non riuscirono a rilevare la solare posizione di Antonio Candreva, situato nei pressi della bandierina e reo di tenere tutti in gioco. Quello dell’Allianz Stadium non è stato, però, l’unico episodio di polemiche durante quest’anno calcistico in Serie A: ecco perché il presidente dell’AIA, anche per aiutare gli stessi arbitri in campo, avrebbe proposto un’idea che potrebbe funzionare.
Errare è umano, ma resta spesso difficile accettarlo nel momento in cui la tecnologia può dare un enorme mano per evitare che questo accada con così tanta recidività. In base a quanto analizzato e alle varie soluzioni che potrebbero tutelare anche la figura umana dell’arbitro alla fine degli incontri di Serie A, è intervenuto così il presidente dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) Carlo Pacifici ai microfoni di Sky Sport, affermando: “L’immediato post-partita di un incontro di campionato porta sempre tanta adrenalina e si rischierebbe di analizzare un episodio senza la sufficiente coscienza e preparazione”.
Continuando: “Poter lasciar parlare gli arbitri, consentendo loro di dare un’interpretazione da parte di chi gestisce la regola, potrebbe essere davvero utile. Un’idea che potrebbe funzionare sarebbe anche quella di creare un un programma in cui si analizzino, al termine di ogni giornata, tutti gli episodi più interessanti“. Insomma, il presidente Carlo Pacifici ha lanciato un messaggio chiaro e tondo: non difendere i propri assistiti ma permettere loro di giustificarsi in maniera univoca in merito alle decisioni e alle regole intraprese. Che questo aiuti davvero a smorzare le polemiche? Fare un tentativo non costerebbe nulla infondo.
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