S come Scudetto, ma anche società, Spalletti e squadra. Le tre “S” rappresentano i tre elementi del Napoli edizione 2022/23, ormai ad un passo dal trionfo. Gli azzurri si apprestano a vincere il terzo campionato della loro storia guidato in campo dalle prodezze Osimhen e Kvaratskhelia, ma le due superstar sono solo la punta dell’iceberg di un club che ha funzionato per intero. E che si suddivide i meriti della vittoria. Dopo Juventus, Inter e Milan, ultime tre compagini campioni, quest’anno la Serie A sta per trovare il quarto padrone diverso negli ultimi quattro anni (simbolo di grandissimo equilibrio). Il trono però, stavolta, viene preso da un progetto senza simboli, nel quale vincono tutti.
Lo Scudetto sta per passare nelle mani del Napoli dopo il tris delle storiche grandi che, negli ultimi tre anni, hanno vinto tutte e tre in modi e con protagonisti diversi. Nel 2019/2020 la Juventus non impone il gruppo squadra o il gioco di Sarri sul campionato quanto la potenza societaria, forte di quello che diventa il nono ed ultimo trionfo nazionale consecutivo sotto la gestione Andrea Agnelli. La stagione seguente l’Inter di Conte colma il gap e chiude il dominio bianconero grazie alla grinta e alle idee del proprio mister. Il tecnico italiano si è plasmato la formazione nerazzurra a sua immagine e somiglianza. Anche Stefano Pioli ha grandi meriti nel trionfo del Milan l’anno scorso, così come la società e Paolo Maldini. Risulta però innegabile l’importanza del gruppo squadra, vero simbolo della trionfale cavalcata rossonera chiusa il 22 maggio scorso.
Il Napoli 2022/23 vede lo Scudetto e si prepara a spezzare un triumvirato che dura dalla stagione 2000/200. Vince unendo tutti i punti delle ultime tre squadre trionfanti. Gli azzurri sono gruppo, come il Milan campione nel 2021/22, evidenziando in ogni partita l’impronta di Spalletti così come l’Inter di Conte 2020/21. Dominano il campionato e si impongono come società, accompagnando un cammino europeo anche migliore della Juventus 2019/20, quella di Maurizio Sarri e del nono campionato consecutivo. Insomma, una spartizione perfetta dei meriti in un progetto comune e in cui tutti vincono, dai magazzinieri ad Aurelio De Laurentiis. Nessun simbolo, perché questa è la vittoria di un pensiero, di un’ideologia, di una città intera che dopo 33 anni finalmente può prendersi nuovamente il suo momento di meritatissima gloria.
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