“A Donnarumma non viene perdonato il fatto che sia un ragazzo prodigio che brucia le tappe”. Queste le parole con cui il ct di Certaldo si è schierato in difesa del portiere del PSG, durante la conferenza stampa alla vigilia di Italia–Ucraina
Al termine del match di sabato, è subito saltato all’occhio l’errore con cui Donnarumma si è lasciato infilare sul suo palo al momento della punizione di Bardhi, concedendo il pareggio ai macedoni. Le critiche dopo il match si sono fatte sentire e sono state uno degli argomenti principali in settimana.
Al di là della disattenzione, certamente evidente, è tuttavia interessante riflettere sul rumore mediatico che causano spesso le sviste del numero 21 della Nazionale.
Sin dal suo approdo al PSG, successivo all’europeo vinto da protagonista, Gigio Donnarumma è stato bersagliato dalle critiche. Queste, inizialmente, erano legate al suo passaggio a Parigi dopo aver lasciato il Milan, di cui sarebbe potuto diventare una bandiera. Successivamente si concentravano su qualsiasi errore commettesse sul terreno di gioco. Ogni imprecisione risuonava per giorni su tutti i social, facendo quasi dimenticare le sue performance decisive durante Euro 2020.
Con ciò non si mette tanto in discussione il fatto che ci siano state o meno disattenzioni e imprecisioni, che sono sotto gli occhi di tutti, quanto l’eccessivo risalto dato alle stesse, a discapito di prestazioni positive molto meno chiacchierate.
Un esempio è la performance di Donnarumma nella vittoria del PSG contro il Lione, di appena 8 giorni fa, in cui il portiere campano si è esaltato in alcune parate dal coefficiente di difficoltà altissimo, di cui certamente si è parlato, ma non abbastanza. È lampante come la disattenzione contro la Macedonia abbia un peso maggiore, soprattutto considerando il valore del match. Tuttavia, ragionando più in generale, molto spesso ci si è soffermati su episodi di importanza decisamente minore per criticare l’operato di Donnarumma, dando pochissimo spazio alle prestazioni migliori dell’ex rossonero.
Il talento dell’estremo difensore non può e non deve essere messo in discussione, anche e soprattutto alla luce dei suoi 24 anni. Il tempo per migliorare, imparare dagli errori e crescere c’è, e Luciano Spalletti sembra aver colto esattamente ciò che serve al suo numero 21 per farlo, dentro e fuori dal campo: fiducia; un concetto sottolineato anche da Dino Zoff ai microfoni di Radio Anch’io Sport, successivamente al match contro la Macedonia. “Critiche esagerate, è il portiere che ci ha fatto vincere l’Europeo. Fidiamoci di lui”. In attesa del suo ritorno a San Siro in occasione di Italia–Ucraina, la speranza è che questa fiducia cresca anche nei tifosi.
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