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IL NAPOLI RITROVA WALTER MAZZARRI: L’ANALISI DELLA SUA GUIDA TECNICA

Mazzarri torna sulla panchina partenopea dopo 10 anni dall'ultima esperienza

Alea iacta est. Il Napoli, dopo aver salutato Garcia e vagliato l’opzione Tudor (distanza col tecnico ex Marsiglia per la durata del contratto che ha compromesso l’operazione), ha scelto Mazzarri per cercare di riaccendere un ambiente che si è opacizzato sotto la guida di Garcia: il tecnico francese non ha avuto numeri del tutto scarni (6 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte in Serie A, 24 gol realizzati e 13 subiti e secondo posto nel girone di Champions League con 7 punti all’attivo), ma non ha mai fatto breccia nel cuore dei tifosi azzurri nonostante il suo temperamento equilibrato. Il tecnico toscano si lega al Napoli per 7 mesi fino al termine della stagione, con una clausola per la quale potrebbe scattare un ulteriore rinnovo annuale.

Dal modulo all’ideologia: cosa può inculcare Mazzarri al Napoli?

Il tecnico ex Inter ha intenzione di proseguire con il 4-3-3, ma non disdegna affatto i 3-5-2 o il 3-4-2-1 (suoi marchi di fabbrica). Attenzione: in corso d’opera potrebbe attuare modifiche al sistema di gioco anche se il Napoli non possiede esterni tipicamente a tutta fascia e, in caso di difesa a 3, avrebbe poche scelte nelle rotazioni. Il suo gioco grintoso e di spinta si regge proprio sul lavoro degli esterni stessi: nei suoi moduli con la difesa a 3 hanno il compito sia di ripiegare e formare un 5-3-2 a tutti gli effetti, sia di accompagnare l’azione affiancando la seconda punta.

Un 4-3-3 molto dinamico: Meret tra i pali, Di Lorenzo e Mario Rui a presidiare le fasce (uno dei due più propenso a sganciarsi rispetto all’altro per dettame tecnico del mister). Rrahmani e Ostigard coppia centrale che completa il pacchetto arretrato. A centrocampo Lobotka dovrebbe coadiuvare Anguissa e Zielinski: il nazionale polacco dovrà fare da raccordo creando spazi e trame offensive tra le linee senza dare punti di riferimento. Kvaratskhelia e Osimhen punti fermi senza dubbi del tridente (Simeone avrà il suo spazio, soprattutto quando Osimhen partirà in Coppa d’Africa), mentre Politano, seppure sia in grande spolvero (5 reti e 3 assist finora in campionato), potrebbe essere insidiato maggiormente da Lindstrom: il danese ex Eintracht, con maggiore continuità, potrebbe passare da oggetto misterioso a pedina fondamentale per i partenopei.

I trascorsi di Mazzarri sulla panchina del Napoli

Il legame speciale che Mazzarri ha con la piazza potrebbe motivarlo a riportare entusiasmo e fiducia in un contesto visibilmente scosso e turbato dopo il recente passato. Con il Napoli, dal 2009 al 2013, il tecnico toscano ha ritrovato il palcoscenico Champions League dopo 21 anni di assenza per gli azzurri, ha riportato la Coppa Italia all’ombra del Vesuvio dopo 25 anni battendo la Juventus per 2-0 in finale il 20 maggio del 2012 e ha potuto assaporare il calore e l’atmosfera di una città che sente dentro la propria squadra del cuore. Non ha esitato per nulla e si è lanciato subito per contribuire al meglio alla causa. Semplice traghettatore oppure innesto futuribile? La domanda sorge spontanea. I risultati e il campo parleranno per lui. Tempo al tempo

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