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Ha inizio la settimana che porta al derby della Mole

La settimana che porta al derby della Mole non è mai una settimana come le altre, specialmente sponda granata. Sembra passata una vita da quel lontano 26 aprile 2015, anno in cui il Torino riusciva nel miracoloso tentativo di regalare la gioia del derby vinto ai propri tifosi. In panchina sedeva ancora Giampiero Ventura mentre, sponda bianconera, Massimiliano Allegri. Da quel momento solo sconfitte e qualche risicato pareggio per il Torino che vorrà, come ogni anno, tentare in tutti i modi di invertire questo tragico trend negativo.

I numeri parlano chiaro, i risultati ottenuti dalle due squadre nelle 157 stracittadine disputate fino ad ora sono 76 vittorie per i bianconeri, 35 vittorie per i granata e 45 pareggi. Durante l’intera gestione Cairo, dal 2005 ad oggi, il Torino e la Juventus si sono affrontate 28 volte tra campionato e Coppa Italia per un totale di cui 22 vittorie per la Juventus, 1 vittoria per il Torino e 5 pareggi.

Insomma, numeri decisamente poco rassicuranti per i granata che dovranno, però, trovare le motivazioni giuste per provare ad invertire il senso di marcia della stracittadina.

Juventus e Torino, così differenti ma così simili

Juventus e Torino, non serve certo ricordarlo, rappresentano rispettivamente ciò che più di differente possa esistere a livello calcistico. Non solamente per quanto concerne i principi su cui si fonda il proprio credo calcistico o l’evidente gap economico.

Juventus e Torino differiscono anche per ambizioni e per obiettivi. La prima, nonostante il costante tentativo di abbassare le aspettative da parte del tecnico, ambisce allo scudetto e alla qualificazione in Champions League. La seconda può oggettivamente ambire al massimo ad un, comunque complesso, piazzamento europeo (Conference League).

Eppure, nonostante queste enormi differenze, in questo momento le due squadre hanno molti aspetti in comune. Entrambe faticano notevolmente a mettere in campo tutto il loro potenziale, faticano ad essere pericolose in fase offensiva e, spesso, non riescono a mantenere ritmi elevati per lunghi tratti di partita.

Allegri fatica a dare un’identità riconoscibile alla squadra, non riesce a costruire azioni di gioco replicabili, sembra sempre che si affidi principalmente alla giocata del singolo nella speranza che porti, quasi magicamente, al gol. Una volta ottenuto il vantaggio, gli uomini di Allegri sono bravi a chiudersi e a subire poco grazie alle ottime doti difensive dei suoi interpreti.

Juric, dopo aver abituato per due anni i suoi tifosi ad un tipo di gioco improntato sulla fisicità e sul recupero alto del pallone, con un’intensità sempre elevata, sembra ora aver perso la bussola. Sembra che abbia perso le redini della situazione, con prestazioni decisamente sotto tono e dai ritmi decisamente più bassi rispetto a quelli a cui aveva abituato i propri tifosi.

Entrambe le squadre arrivano da un inizio di campionato a singhiozzi, con la Juventus che dà sempre l’impressione di poter vincere contro chiunque, ma che si ritrova poi col dover fare i conti con la realtà: senza una forte identità di gioco si può smarrire la retta via e faticare anche contro squadre sulla carta di livello inferiore. Il Torino, dal canto suo, fa una fatica immensa a rendersi pericoloso contro quelle squadre brave a chiudersi e a non offrire linee di passaggio pulite. Senzagli strappi di Radonjic o le giocate del singolo, i granata faticano ad essere pericolosi in fase realizzativa.

Come arriva la Juventus al derby

La Juventus arriva al derby dopo una prestazione scialba contro l’Atalanta. Orfana di Vlahovic e di Milik, Allegri si affida alla coppia Kean-Chiesa per provare a impensierire la difesa bergamasca. Risultato: poca pericolosità, se non qualche spunto interessante del numero 7 bianconero. Juventus sempre molto attenta in difesa, con giocatori fisici e bravi nell’anticipo. Insomma, uno 0-0 che sta certamente più stretto ai bergamaschi che ai bianconeri.

Per il derby dovrebbero tornare tutti gli infortunati, eccezion fatta per i lungodegenti De Sciglio e Pogba. Pertanto verrà, verosimilmente, ricomposto il tandem d’attacco composto da Vlahovic-Chiesa, mentre la difesa verrà nuovamente comandata da Bremer, grande ex della partita.

Come arriva il Torino al derby

Il Torino arriva al derby dopo il mesto pareggio ottenuto contro il Verona. Gli uomini di Juric, per provare ad impensierire la Juventus, dovranno mettere in campo una prestazione gagliarda e coraggiosa, l’esatto opposto di quanto visto contro gli scaligeri.

Juric è costretto a fare scelte obbligate in difesa, con Buongiorno, Djidji e Sazonov fermi ai box e con l’incognita Zima tornato in panchina nell’ultima gara di campionato, ma non ancora al meglio della forma. Vedremo, insomma, se toccherà nuovamente a Tameze ricoprire il ruolo di braccetto di destra con Schuurs spostato centrale della difesa.

Cosa aspettarci da questo derby

Juventus e Torino, nonostante le premesse, giocheranno questo derby nel tentativo di riportare serenità in tutto l’ambiente. La Juventus dovrà vincere per rimanere attaccata al carro delle prime della classe, il Torino dovrà provare a vincere per ritrovare la fiducia nei propri mezzi e la positività necessaria per affrontare le sfide future.

La speranza è quella di vedere un derby combattuto, nel quale entrambe le squadre cerchino di onorare al meglio la propria maglia. Juventus e Torino hanno entrambe molto da perdere da questa sfida, non solo in termini di punti ma, più in generale, in termini di credibilità nei confronti del proprio pubblico.

La Juventus dovrà dare il massimo ed essere cinica, vista anche l’assenza di impegni europei e potendosi dunque concentrare unicamente sul campionato.

Il Torino dovrà mostrare l’attaccamento alla maglia mettendo in campo le energie e la lucidità necessarie per portare a casa un risultato che manca da ormai troppi anni e che servirebbe per ritrovare quell’entusiasmo che pare essersi perso negli ultimi tempi.

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