ESCLUSIVA ZEROAZERO: LA RIFORMA DEL CAMPIONATO PRIMAVERA FEMMINILE
Le modifiche che la Federazione vorrebbe apportare al campionato Primavera
Come riportato in esclusiva sul nostro canale Twitter, la FIGC, nell’ultimo Consiglio Direttivo, ha proposto una riforma del campionato Primavera Femminile. Come si legge nel comunicato, l’idea arriva dal Coordinatore delle Squadre Nazionali Femminili, Enrico Sbardella. Questa visione è stata condivisa con il Club Italia, il Settore Giovanile e Scolastico, e il Settore Tecnico.
Il rinnovamento nasce in quanto la UEFA sta studiando delle attività competitive per coinvolgere le squadre di club Under-21. Questo potrebbe tradursi in una Youth League per le partecipanti alla Champions League. La riforma proposta da Enrico Sbardella intende adattare i limiti di età della Primavera Femminile, ora riservato alle giocatrici U-19, innalzandolo fino alle calciatrici U-21. Le più giovani saranno dunque integrate nelle squadre U-17, che, di conseguenza, aumenterebbero la proprie qualità.
L’ultima proposta, è quella di far partecipare le squadre femminili ai campionati maschili, per quanto riguarda la prima fase dei campionati giovanili (fino all’Under-13). Tutte queste idee saranno poi valutate nelle prossime riunioni.
Un breve commento su questa riforma
L’idea di introdurre una competizione UEFA per le squadre U-21 è decisamente allettante, in quanto le giocatrici di questa fascia di età possono fare dell’esperienza in campo internazionale. Ciò agevolerebbe anche le convocazioni in Nazionale; le più giovani, avendo appunto accumulato esperienza, potrebbero trovare più spazio. Lo stesso varrebbe per la promozione nella Prima Squadra del club di riferimento.
La partecipazione delle squadre interamente femminili nei campionati maschili, è sicuramente un errore. Già nei primi anni dello sviluppo psicofisico, vi sono alcune differenze, più o meno marcate. Questo spingerebbe i soliti a sminuire il calcio femminile in funzione del maschile, e non contribuirebbe alla crescita. Molto meglio l’introduzione di squadre miste, anche per favorire l’integrazione e l’abbattimento di barriere e pregiudizi. Questa sarebbe la vera riforma per il calcio femminile, oltre che per la società in generale.