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SERIE A: L’ANALISI TATTICA DI BOLOGNA-NAPOLI

Durante la 5a giornata del campionato di Serie A è andata di scena al Dall’Ara la gara tra Bologna e Napoli, terminata col risultato finale di 0-0. Un esito, ovviamente, dal sapore molto differente per entrambe le squadre: punto utilissimo per i felsinei che salgono a quota 6, pari che sta stretto agli ospiti; non per ragioni esclusivamente di prestazione (sottotono), bensì per ambizioni di posizionamento in classifica. Ecco un’analisi dettagliata della sfida.

ANALISI NAPOLI: POCO CINISMO E UN PIZZICO DI SFORTUNA

Garcia, nella conferenza stampa alla vigilia del match, ha parlato di “squadra che gioca un calcio offensivo” e di “aver sempre fatto gol in partita”. Questa idea non è stata del tutto messa in pratica di fronte alla compagine emiliana. Il tecnico ex Roma opta per un 4-3-3 rimaneggiato in difesa (esordio dal 1′ per Natan accanto ad Ostigard, Juan Jesus e Rrahmani ai box) e con Raspadori a completare il tridente con Osimhen e Kvaratskhelia. I partenopei hanno disputato un incontro poco brillante: tanti tocchi ma pochissimi veri spunti per impensierire la retroguardia di Thiago Motta.

Lo stesso attaccante nigeriano ha provato a caricarsi l’attacco del Napoli sul groppone facendo reparto da solo e provando a sporcare le linee di passaggio dei padroni di casa. Purtroppo per lui, però, la squadra lo accompagnerà solo a corrente alternata: solo 3 cross a testa effettuati da Di Lorenzo (impegnato più a tenere Karlsson che a spingere) e Olivera (idem per lui con Ndoye), nessun passaggio chiave da parte di Kvaratskhelia, che è apparso anche in questa circostanza poco incisivo e fine a sè stesso, 4 tiri in porta totali complessivi in 90 minuti e 111 possessi persi.

Un palo e un rigore sbagliato (protagonista sempre Osimhen) che pesano come un macigno: due momenti della partita diversi ma due episodi che potevano spostare l’ago della bilancia a favore degli azzurri. Il dato sui penalty non è per niente incoraggiante: dei 3 concessi alla squadra campana solamente 1 è stato trasformato proprio da Osimhen nella vittoria casalinga contro il Sassuolo.

CLEAN SHEET PER MERET: I DATI NELLO SPECIFICO

D’altro canto, però, sorride la fase difensiva: il Bologna ha calciato solo 2 volte nello specchio e ha impegnato realmente Meret in un caso singolo (conclusione ravvicinata di Zirkzee mandata in corner dall’ex Udinese). Un chiaro segnale di aver dimostrato una certa solidità difensiva (Ostigard e Natan molto attenti anche nei duelli aerei), un principio da cui Garcia deve assolutamente ripartire dopo le 2 reti subite a Genoa.

Il centrocampo è risultato a due facce: Zielinski poco propositivo tra le linee e con scarsa vena ispiratrice per gli avanti napoletani, Lobotka compassato e spesso costretto ad allargarsi per ricevere palla e creare trame di gioco. Anguissa, invece, ha denotato una buona condizione fisica facendo legna all’occorrenza e provando delle sortite verso l’area del Bologna.

Il gruppo ha bisogno di smaltire anche gli episodi di nervosismo avvenuti a cavallo delle sostituzioni ordinate da Garcia. Per farlo, ha bisogno sia della qualità dei singoli elementi e sia del gioco corale e intenso che ha contraddistinto, nella scorsa annata, i campioni d’Italia in carica.

Credit to: Calciomercato.com
Victor Osimhen, attaccante del Napoli (Credit to: Calciomercato.com)

ANALISI BOLOGNA: CONTINUA LA STRISCIA POSITIVA

I ragazzi di Thiago Motta strappano un punto fondamentale e continuano la serie di risultati utili consecutivi (sconfitti solo dal Milan alla prima di Serie A per 0-2). L’assetto adoperato dall’allenatore ex Inter è un 4-3-3 (o 4-2-3-1) con Ferguson alle spalle di Zirkzee e Kristiansen a presidiare la fascia sinistra.

Il Bologna ha imbastito da subito una sfida basata sulla tattica e sulla fase di non possesso: tanto lavoro oscuro per i vari Aebischer, Freuler (molto bravo nelle geometrie dettate) e proprio Ferguson, che ha limitato molto gli inserimenti dei centrocampisti avversari schermandoli.

Inoltre la formazione rossoblù ha giocato molto in ampiezza: i terzini hanno svolto compiti ottimi, sia in chiave di sfogo della manovra provando lanci lunghi verso gli esterni o la punta (Kristiansen pericoloso anche con traversoni dal fondo che non hanno trovato la zampata vincente), sia in funzione di copertura (De Silvestri, subentrato a Posch, preciso per larghi tratti su Kvaratskhelia).

Spicca la prestazione di Zirkzee: autentico pivot anche lontano e spalle alla porta, con la sua protezione della sfera la sua pulizia del possesso con appoggi mirati all’indietro fa respirare i suoi in momenti complessi della partita (44 tocchi palla per lui).

Performance pragmatica e lucida anche da parte di Beukema e Lucumì: il primo sicuramente più propenso ad impostare dal basso, il secondo ha badato di più alla sostanza allontanando alcuni pericoli creati dagli ospiti.

Nel complesso Motta può essere ampiamente soddisfatto della prova del suo organico. Ha aspettato molto le folate avversarie per poi cercare di ripartire e creare superiorità numerica. Uno spirito che, se mantenuto vivo, permetterà al Bologna di percorrere un cammino basato sulle orme dello scorso torneo (54 punti e nono posto in classifica).

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