DENISE FERRARA: “LAVORO DURO PER CRESCERE INSIEME ALLA RES. MI ISPIRO A GIRELLI”
Denise Ferrara: classe 2005, l'attaccante della Res Roma VIII, in prestito dalla Lazio, si è raccontata ai nostri microfoni.
Ospite ai nostri microfoni Denise Ferrara, attaccante classe 2005 della Res Roma VIII, in prestito dalla Lazio. Ecco le sue parole, tra passato, presente e futuro.
Denise, cosa rappresenta per te il calcio? Qual è il tuo rapporto con questo sport? Cosa ti ha spinto a diventare calciatrice?
“Per me il calcio è sempre stato una via di fuga da tutti i problemi e dalle mie paure esterne ad esso. Il rapporto che ho con questo sport è speciale: un semplice gesto come correre o palleggiare mi fa sentire leggera, devo tutto al calcio. Fin da quando avevo 3 anni prendevo a calci i peluche e ci giocavo in casa, è stata una cosa innata.”
Quale persona ha avuto grande influenza nella tua carriera fino a questo momento? Perché?
“Mio padre è sicuramente una persona che ha avuto una grande influenza nella mia carriera finora: ha sempre creduto in me, nel bene e nel male.”
Che ricordo hai del tuo “debutto” in campo con la tua attuale squadra? Ricordi cos’hai provato? Hai sentito la pressione del pubblico?
“Del mio debutto con la Res ricordo che non vedevo l’ora di dimostrare di cosa sono capace e di meritare di giocare in una squadra di questo calibro. Ero molto ansiosa data la grande storia del club, ma i mister e le compagne mi hanno aiutata a tenere a bada la pressione della partita“
Qual è il tuo ruolo preferito in campo? Come ti senti in campo?
“Il mio ruolo preferito è la punta centrale, ho sempre giocato in questa posizione. Quando entro in campo mi diverto: giocare a calcio fa sparire tutte le mie paure e i miei pensieri negativi.”
Quali sono i tuoi idoli calcistici?
“Il mio idolo nel femminile è Girelli: attaccante puro, punto ad essere come lei. Il mio idolo nel maschile è Messi: semplicemente un giocatore indescrivibile, il migliore di sempre.”
Secondo te, qual è l’aspetto migliore dell’essere calciatrice? E qual è il comportamento che bisognerebbe tenere, sia dentro sia fuori dal campo, per essere una grande professionista?
“Penso che uno degli aspetti migliori dell’essere calciatrice sia che porta a responsabilizzarti sin da piccola: cresci più in fretta degli altri ragazzi e diventi man mano sempre più indipendente dalla tua famiglia. Per diventare calciatrice professionista io mi affido al famosissimo motto “testa bassa e lavorare”. L’ossessione, il duro lavoro e l’umiltà, a parer mio, sono le tre cose fondamentali per raggiungere il proprio sogno.”
MapaSportsAgency: cosa hai pensato quando sei stata contattata? Quale è stata la tua prima impressione?
“Quando sono stata contattata dalla MapaSportsAgency mi trovavo in una brutta situazione e ho subito pensato che avrebbero potuto aiutarmi.”
Cosa ti ha spinto a scegliere MapaSportsAgency e cosa ti ha incuriosito di più? Cosa ti ha convinta?
“Ho scelto quest’agenzia per la fiducia che sin da subito hanno avuto e continuano ad avere in me. Da MapaSportsAgency mi aspetto grande fiducia e sostegno nelle cose che faccio e finora non sono mai mancate”
Quali sono i tuoi obiettivi futuri? Sia fuori dal campo ma soprattutto dentro al campo?
“Il mio obiettivo da quando sono alla Res è soprattutto quello di crescere personalmente, ma punto anche ad aiutare a portare la società in Serie B, magari anche in Serie A. Il mio più grande sogno è quello di vestire la maglia della Nazionale, è un’ossessione.”
Ci aiuti a dare un calcio contro i pregiudizi? Contro la violenza sulle donne?
“I pregiudizi nel calcio ci sono da quando ero piccola e tutt’oggi, anche se di meno, ci sono. Bisogna accettare che tutto è di tutti: uno sport può essere sia per le ragazze che per i ragazzi. Picchiare una donna è una cosa disgustosa e chi lo fa deve solo vergognarsi. Si deve avere la forza di mettere da parte il timore e di denunciare queste violenze alla polizia.”