UEFA WOMEN’S CHAMPIONS LEAGUE: LE PILLOLE DELLA 5a GIORNATA (24/25-01-2024)
Dal pareggio della Roma alle qualificazioni di Brann e Benfica
Si conclude anche la 5a giornata della UEFA Women’s Champions League, e ora rimarrà solo l’ultimo turno che scriverà la parola fine sulla fase a gironi di questa edizione. Una tornata di incontri che lascia spazio, come di consuetudine, alle 8 pillole che la redazione di ZeroaZero ha colto in questa settimana. Purtroppo rischia di rimanere un’annata amara per la Roma, a cui resta una sola chance di qualificazione, peraltro senza la possibilità di concorrere per il primo posto. Partiamo proprio da qua.
1. Roma, ancora una volta, bocca asciutta contro le big
Altro turno, altra amarezza. Prosegue il periodo no della Roma, che fatica a ritrovare la brillantezza di inizio stagione, e continua soprattutto a non riuscire a vincere le partite in modo “sporco”. E non manca di calare l’attenzione nei momenti cruciali. In Europa si paga tutto.
Certo, nella ripresa è mancata la presenza di Giacinti, autrice del vantaggio al 33′, ed uscita per i duri colpi delle avversarie. Ma se la mancata sanzione dei falli è colpa dell’arbitro, va poi sottolineato come la numero 9 sia di fatto l’unica punta della squadra. Serve un rinforzo urgentemente, anche in vista della Poule Scudetto.
Schüller fa il bello e cattivo tempo, sprecando alcune opportunità, ma punendo due volte nel finale. Quanto pesa la rete presa al 96′, proprio quando il 2-1 di Giugliano sembrava finalmente aver spinto le Giallorosse a superare una big. Le squadre tedesche lasciano spazio per giocare, ma bisogna approfittarne.
La Juve due anni fa l’ha fatto, e ha vinto, la Roma no. E a questo punto, aggiunta alle difficoltà proprio negli scontri diretti contro le Bianconere, sta diventando sempre più una caratteristica della squadra di Spugna. Una capolista non se lo può permettere.
2. La Norvegia torna ai Quarti
Sving ditt glass gamle venn
Ola Nordmann
Det er trivelig og se deg igjen
Og praten går i ett med Ola Nordmann
Du er alltid velkommen igjen
Plumbo, “Ola Nordmann”, canzone in gara all’Eurovision Song Contest 2012
Ola Nordmann è solitamente il modo in cui vengono definiti i norvegesi, un nome simbolo per riferirsi a loro sia come individui, sia collettivamente. Ola deriva da Olaf/Olav, un nome molto diffuso in Norvegia, mentre Nordmann non è altro che un demotico. La versione femminile è Kari. E per gli abitanti della Norvegia, è un motivo di orgoglio.
E non c’è modo migliore di introdurre il ritorno di una squadra norvegese ai Quarti di Finale. L’ultima volta capitò al Lilleström (LSK), che fu eliminato dal Barcellona. La grande notizia è che il Brann ha esordito proprio in questa stagione. Un cammino pressoché perfetto, coronato dal 2-2 con cui ha fermato il Lione pluricampione in rimonta. A decidere nella sfida contro lo Slavia, l’affondo di Gaupset al 65′ – tra le migliori di questa campagna assieme ad Engesvik e Mikalsen (tre parate decisive per lei) – che causa la prima vera papera di Olivie Lukášová da un anno a questa parte.
Le Praghesi, che avevano vinto 1-0 nel recupero con il St. Pölten, deciso da Khýrová, sbattono sul portiere, e mollano allo svantaggio. Peccato perché proprio quest’anno le Biancorosse avevano iniziato a dimostrare i frutti della loro crescita in ambito europeo. E così, la Scandinavia avrà almeno una rappresentante nella fase ad eliminazione diretta. L’Häcken infatti, è ancora in dubbio.
3. Falk e Nnadozie: lo 0-0 di questa 5a giornata della UEFA Women’s Champions League è merito vostro
Nello 0-0 di Häcken-Paris FC, vi sono tre discorsi da affrontare. Anzitutto, le Giallonere sprecano una grossa chance per qualificarsi ai Quarti con un turno d’anticipo. Una svedese manca dal 2021 (Rosengård). Nnadozie è uno dei motivi per cui il punteggio non si è mai schiodato.
Il portiere nigeriano salva più volte il punteggio, soprattutto nel finale, quando al 93′ compie due vitali salvataggi su Kafaij e Grant, evitando la sconfitta e tenendo in corsa le sue, che hanno ancora una remota chance di qualificazione, purché obbligate a battere il Chelsea, con un contemporaneo pareggio (o una sconfitta) dell’Häcken a Madrid. Nnadozie para anche un rigore a Kafaij al 21′, ma il penalty non andava assegnato, in quanto il cross intercettato con il braccio da Sissoko era partito con il pallone già oltre la linea di fondocampo.
Dall’altro lato invece, Jennifer Falk si supera su Thiney al 61′, con una risposta di istinto che evita il gol e il sorpasso in classifica. Insomma, due portieri che si distinguono per le loro qualità e per i loro riflessi.
4. Il Benfica è ai Quarti
Il Benfica gioca la sua partita meno convincente, rischiando anche di perdere contro un Rosengård che gioca un buon primo tempo. L’ispirata Öling serve due assist d’oro a Schough e Kadowaki, che trovano due reti importanti. Le Lusitane esistono ad inizio ripresa, quando Jéssica Silva e – specialmente – Alidou, sfruttano gli errori della difesa e rimontano l’iniziale svantaggio, per poi essere raggiunte nel finale.
E così la squadra portoghese corona un cammino iniziato tre anni fa, coincidente proprio il ritorno della fase a gironi nella massima competizione europea femminile. Ovviamente, i primi con la denominazione UEFA Women’s Champions League (introdotta nel 2009-10). Grande premio per una squadra ricca di talento.
5. Il PSG è sempre più in ripresa, e lo conferma nella 5a giornata della UEFA Women’s Champions League
Dopo aver vissuto un lungo periodo senza gioco e con pochi risultati, il PSG di Prêcheur ormai si è definitivamente rialzato. In D1 ha ripreso il secondo posto, vincendo il derby e sfruttando anche la sconfitta di misura del Paris FC a Lione. In Champions, ha superato due volte la Roma, e si è assicurato il primo posto nel girone, avvicinando la qualificazione.
E con l’Ajax, il 3-1 matura definitivamente nel primo tempo grazie alla doppietta di Katoto e alla rete di Geyoro. La numero 9 si è del tutto ripresa dall’infortunio al crociato che le ha fatto saltare il Mondiale. La numero 8 è sempre una certezza. Insomma, ormai le Rouges et Bleus sono tornate in corsa, e sono un problema per le avversarie. Non sarà forse il miglior PSG di sempre, ma ha una rosa tecnica, molto forte, e soprattutto esperta. Grave averlo sottovalutato.
6. Ritornano al gol Däbritz e Marozsán
Il Lione vince agilmente contro il St. Pölten grazie alle reti di Hegerberg e Däbritz (doppiette), Gilles, Marozsán e Diani. Positivo il ritorno al gol delle due centrocampiste tedesche, che forse si mettono definitivamente alle spalle un lungo periodo ricco di infortuni. Splendido soprattutto il secondo gol di Däbritz, che piazza un sinistro di classe all’incrocio. Due stelle che così possono ritrovare morale, ma soprattutto questo è un grande indice di come le Lionesi quest’anno stiano vivendo un buon periodo di forma. D’altronde, sono l’unica squadra che può mettere in difficoltà il Barcellona.
7. Johannes e Bösl, protettrici della porta del Francoforte
Un dato importante, che emerge dalla 5a giornata della UEFA Women’s Champions League, è che, comunque sia andata, l’Eintracht Francoforte può contare su due grandissimi portieri. Johannes è stata fenomenale nelle precedenti quattro giornate, e si conferma tale nel primo tempo. Nel secondo tempo, le subentra Bösl, che da esordiente compie due parate clamorose su Bonmatí, e stoppa Graham Hansen. Entrambe, per essere battute, hanno dovuto arrendersi ai siluri di Guijarro e proprio Graham Hansen. Il Barcellona vince ancora e consolida il primato. Le tedesche invece, che avevano eliminato la Juventus nel Primo Turno, sono eliminate anzitempo.
8. Il Chelsea agguanta i Quarti
Il Chelsea fatica ma agguanta la qualificazione diretta grazie ad un rigore di Reiten e all’errore dell’esordiente Chavas. Il portiere del Real Madrid, classe 1998, fa tutto bene sono al 70′. Salva su Cuthbert e Kirby, poi compie una papera proprio sul tiro della scozzese, che le vale l’autogol. Sul fronte opposto invece, è Hannah Hampton, prospetto classe 2000, ad evitare la rete a Caicedo nel primo tempo, e a Raso nella ripresa. Un’altra sconfitta per le merengues in un’edizione no.