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ALICE FERRARO: “QUANDO SCENDO IN CAMPO PENSO A FARE BENE PER LA SQUADRA”

Il difensore classe 2003 ci ha raggiunto ai nostri microfoni

Siamo stati raggiunti ai nostri microfoni da Alice Ferraro, difensore classe 2003 dell’Azalee Solbiatese, squadra attualmente sesta nel Girone A della Serie C. Ecco le sue parole che ripercorrono passato, presente e futuro.

Alice, cosa rappresenta per te il calcio? Qual è il tuo rapporto con questo sport? Cosa ti ha spinto a diventare calciatrice?

“Il calcio per me è ossigeno, quella cosa che ti fa tornare a respirare ogni volta che ho la palla tra i piedi. Ho un rapporto complicato con il calcio perché, nonostante tutte le cose che mi ha dato, me ne ha tolte altrettante. Ma rifarei tutto senza esitazione. Non so esattamente cosa mi abbia spinto a diventare calciatrice, forse ha inciso il fatto che sin da piccolissima andavo a vedere mio papà giocare. È da lì che probabilmente è nato tutto”.

L’influenza della famiglia e l’esordio con la Solbiatese

Quale persona ha avuto grande influenza nella tua carriera fino a questo momento? Perché?

“La più grande influenza della mia carriera l’ha avuta sicuramente mio padre. Come ho detto, è grazie a lui se mi sono appassionata al calcio. Fosse stato per lui però, non avrei mai iniziato a praticarlo, e per questo devo solo ringraziare mia madre. Ma da quando ho cominciato, mio padre, in 12 anni di carriera, si sarà perso forse 2 o 3 partite. Mi ha sempre portata ovunque io dovessi andare sostenendomi sempre nelle mie scelte”.

Che ricordo hai del tuo “debutto” in campo con la tua attuale squadra? Ricordi cos’hai provato? Hai sentito la pressione del pubblico?

“Il mio debutto è stato un po’ dolceamaro. Amaro, perché è arrivato durante una sconfitta. Dolce, perché l’esordio nel campionato di Serie C non è cosa da tutte o per tutte. Sicuramente lo possiamo definire un tripudio di emozioni. Sarà sicuramente una data che porterò sempre con me. Non sento la pressione del pubblico. Certo, quando sugli spalti si ha una certa quantità di gente fa un certo effetto. Ma l’unica cosa a cui penso quando scendo in campo è fare bene in primis per la squadra e subito dopo per me stessa”.

Il ruolo in campo e gli idoli calcistici di Alice Ferraro

Qual è il tuo ruolo preferito in campo? Come ti senti in campo?

“Il mio ruolo preferito è sicuramente il difensore centrale. Combattere con la punta è qualcosa di inimmaginabile, anche se non mi dispiace giocare terzino, visto che quei pochi gol che ho fatto nelle giovanili sono arrivati proprio quando facevo quel ruolo. Subito prima che l’arbitro fischi o prima di battere ho sempre un po’ di ansia, soprattutto nelle partite importanti, ma appena entro in campo tutto svanisce e sono solo concentrata su ciò che devo fare”.

Quali sono i tuoi idoli calcistici?

“Il mio idolo è sempre stato Diego Milito. Un po’ strano visto il ruolo che faccio, ma come si dice, al cuor non si comanda. Nel mio ruolo invece sceglierei sicuramente Walter Samuel e Puyol; nel calcio femminile invece, sicuramente Alia Guagni ed Elena Linari”.

Essere calciatrice secondo Alice Ferraro

Secondo te, qual è l’aspetto migliore dell’essere calciatrice? E qual è il comportamento che bisognerebbe tenere, sia dentro sia fuori dal campo, per essere una grande professionista?

“Il bello di essere calciatrice è il fatto che il gioco del calcio ricorda sempre una passione. Il professionista è colui che dà il 150% in tutto quello che fa, deve mettere in prima linea il bene della squadra. Deve essere corretto sia dentro sia fuori dal campo, ma soprattutto deve avere voglia di migliorarsi ogni giorno di più”.

La scelta di Alice Ferraro di affidarsi ad un procuratore

MapaSportsAgency: cosa hai pensato quando sei stata contattata? Quale è stata la tua prima impressione?

“Quando Mapa mi ha contattata ero tra l’incredulo e l’estasiato. Ho avuto subito una buonissima impressione. Mi hanno subito dimostrato gran fiducia e di questo ne sono grata”.

Cosa ti ha spinto a scegliere MapaSportsAgency e cosa ti ha incuriosito di più? Cosa ti ha convinta?

“La scelta di Mapa è stata abbastanza semplice vista la gran fiducia che mi hanno trasmesso. Visto la poca esperienza in questo campo, la cosa che mi ha incuriosito di più è sicuramente l’attenzione che mettono in ciò che fanno. Da loro mi aspetto completo appoggio e fiducia nelle mie scelte”.

Gli obiettivi futuri e il calcio alla violenza sulle donne

Quali sono i tuoi obiettivi futuri? Sia fuori dal campo ma soprattutto dentro al campo?

“In ambito sportivo, i miei obiettivi sono sicuramente di arrivare il più in alto possibile, migliorare giorno dopo giorno, e perché no, togliermi qualche soddisfazione con qualche trofeo. Fuori dal campo è sicuramente di finire gli studi, e magari prendere la laurea in Fisioterapia e Scienze motorie”.

Ci aiuti a dare un calcio contro i pregiudizi? Contro la violenza sulle donne?

“Nonostante l’ascesa del calcio femminile, sono ancora troppi i pregiudizi. L’unico modo per combatterli è quello di dimostrare sul campo giorno dopo giorno che le ragazze non sono inferiori ai colleghi maschi. Anzi, molto spesso hanno molta più passione. Bisogna lasciare che le bambine siano libere senza timore di scegliere di giocare al gioco più bello del mondo, senza che vengano criticate. Per quanto riguarda la violenza sulle donne, posso dire che solo un piccolo uomo può commentare un atto così spregevole come la violenza”.

Sebastiano Moretta

Appassionato di calcio femminile, F1 e ciclismo. Amante della storia dello sport, specialmente quella del calcio femminile.

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