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ATALANTA-SALERNITANA: L’ANALISI DELLA GARA

Al Gewiss Stadium, in occasione dell’ultima gara della 16a giornata di Serie A, l’Atalanta ha travolto per 4-1 la Salernitana. Un passivo particolarmente largo ma non del tutto veritiero per ciò che si è visto in quasi tutto l’arco del match, dove la formazione ospite ha decisamente dato l’idea di non meritare l’ultimo posto in classifica. Analizziamo la gara di entrambe le compagini.

L’analisi tecnica della gara dell’Atalanta

La parola che scandisce meglio la partita della Dea è costante: nel corso di tutti e 90 minuti di gioco gli orobici hanno creato una grande mole di occasioni (11 tiri in porta e 26 cross totali complessivi), soprattutto per reagire allo svantaggio causato dal colpo di testa di Pirola su calcio piazzato: De Roon si perde totalmente il centrale granata con una marcatura praticamente assente: difatti da braccetto di difesa adattato difetta un po’, il suo rendimento si regolarizza nella ripresa da frangifrutti in mediana (90,6% di percentuale di passaggi riusciti).

Gasperini parte con un 3-4-1-2 con Koopmeiners a ridosso di Lookman e Muriel: il trittico di avanti nerazzurro ha guidato la pressione alta e le varie azioni pericolose della propria squadra: l’olandese ha arretrato spesso il suo raggio d’azione per cucire il gioco facendo emergere le sue doti da regista avanzato (2 passaggi chiave con 2 chiare chance da rete), Lookman ha generato molti spazi e inserimenti per i compagni dato che la Salernitana ha concesso molto poco in termini di ripartenze ai padroni di casa.

L’uomo in più della serata per l’Atalanta

Il protagonista della serata è stato proprio Muriel: tornato a ottimi livelli di forma e coccolato anche dal suo tecnico durante l’intervista a fine gara a Dazn:” Muriel da solo vale il prezzo del biglietto“. Segna il gol fantastico del pari che di fatto ribalta la partita, dialoga molto con i compagni ed è sempre nel vivo del gioco, cerca spesso la conclusione (6 tiri effettuati totali) anche con delle esecuzioni complesse come quella della sua marcatura da fuori area. Anche 6 duelli vinti per lui: Lucho sta tornando e lo ha ampiamente dimostrato anche nella vittoria casalinga contro il Milan.

Lo spostamento di Pasalic sulla trequarti con Koopmeiners retrocesso in mediana ha di fatto spaccato la partita: il croato non gioca un incontro appariscente nel cuore del centrocampo, ma si fa trovare pronto per siglare il 2-1 e disturbare la prima costruzione dei campani. Gli esterni sono stati molto propositivi: Ruggeri ha più palle giocate di ogni atalantino in campo (90) e si è lanciato molto sulla sua corsia di competenza.

L’Atalanta è ripartita a tutto gas dopo una serie di risultati utili e una squadra revitalizzata nel gioco e nella sua identità: ora avrà modo di concentrarsi sul campionato dato che l’Europa League tornerà a Marzo dopo i playoff. Con il prossimo recupero di Scamacca e il suo assestamento nel corso dei mesi può seriamente pensare ad un piazzamento in Europa anche l’anno prossimo.

Orgoglio Salernitana: Pirola illude ma bicchiere mezzo pieno

La compagine guidata da Filippo Inzaghi, nonostante un passivo pesante sul groppone, non ha affatto demeritato soprattutto nella prima frazione. Dopo essere passata in vantaggio non ha assolutamente abbassato il suo baricentro, anzi: ha provato a ripartire con i suoi uomini di maggiore qualità e gamba in avanti.

Le dichiarazioni del tecnico dei campani

La squadra ha fatto una grande partita, ovviamente il terzo e il quarto goal ci punisce. Sicuramente non retrocediamo, dobbiamo dare seguito alla prestazione di oggi. I campioni dell’Atalanta decidono questa partita, ma anche noi abbiamo avuto le nostre occasioni per pareggiarla. Sono stato critico con i miei giocatori nelle ultime due gare, ma oggi ho rivisto un bel gruppo. Non dobbiamo perdere questa convinzione, questa voglia di proporre nelle prossime partite per portare a casa dei punti

Le parole del mister a Dazn mettono chiaramente in luce delle prestazioni importanti da parte di alcuni suoi uomini: Maggiore in primis. L’ex Spezia ha svolto un prezioso lavoro di rottura davanti alla difesa nel 4-3-2-1 disegnato da Inzaghi (5 contrasti effettuati) e ha messo a tacere alcune critiche nei suoi confronti. Idem il suo compagno di reparto Coulibaly, che ha letteralmente sovrastato fisicamente il centrocampo bergamasco (vincendo anche 2 duelli aerei), regalando anche qualche tocco di fino non banale. Peccato che sia calato notevolmente dopo il secondo gol dei padroni di casa insieme ai suoi.

Gli uomini chiave della Salernitana

Gli ultimi ad alzare bandiera bianca portano il nome di Dia e Candreva: il primo, dopo le recenti polemiche di Iervolino indirettamente verso di lui (“Qui c’è chi non vuole sudare, avrò pugno durissimo”) ha dimostrato di essere fondamentale ai fini dell’equilbrio della squadra: pressa sempre su uno dei difensori portatori di palla, retrocede a centrocampo per dare un appoggio a chi sta imbastendo l’azione dalle retrovie, colpisce un palo nel secondo tempo che avrebbe potuto scrivere un altro destino a questa partita. Il 10 dei granata è stato anche elogiato dal proprio tecnico a fine gara a Dazn. “Non mi ha mai deluso, nè in partita ne in allenamento”, queste le sue parole.

Il secondo ha disputato una partita di grande sacrificio e corsa sulla fascia, confezionando anche l’assist per il gol che ha aperto le marcature. 8 cross, 88,9% di precisione passaggi e la dimostrazione che questo gruppo prescinde da elementi come l’ex Lazio.

La squadra, nonostante la sua difesa sia stata un po’ troppo permissiva (vedi Mazzocchi e Gyomber su vari disimpegni errati e sbavature su palle perse banalmente in zone pericolose del campo) ha espresso la propria personalità e le proprie idee in maniera limpida e funzionale per larghi tratti della gara. Il rammarico c’è e, sebbene l’ultimo posto in classifica resti, Inzaghi resta fiducioso. Con questo atteggiamento la Salernitana potrebbe sfuggire alla cadetteria e trovare punti chiave in zona salvezza.

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