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Juric e il coraggio di cambiare

Il tecnico croato abbandona il 3-2-1 per far spazio ad un inedito 3-5-2

Chi lo avrebbe mai detto che Ivan Juric avrebbe fatto dietrofront sul modulo che lo ha consacrato per passare ad un qualcosa di assolutamente inedito nella sua carriera da allenatore?

I problemi sotto gli occhi di tutti

Sono servite 9 partite al tecnico croato per accettare che il 3-4-2-1 di gasperiniana memoria non poteva essere messo in pratica con la rosa a disposizione per questa stagione. Troppe falle quelle messe in scena nei mesi scorsi per poter proseguire su un’idea di gioco totalmente inefficace e sterile. Qualcosa negli ingranaggi si è chiaramente rotto.

La rosa è per lo più la stessa dello scorso campionato, eccezion fatta per la mancata sostituzione di Miranchuk. Il resto dei giocatori sono stati tutti confermati, a sottolineare l’intenzione di proseguire in quello che tutti sperano possa essere un progetto duraturo e che possa portare i frutti sperati.

Qualcosa però non è andato come ci si aspettava. La rosa, in un certo senso è stata migliorata dall’ingresso di giocatori di spessore come Tameze e Zapata che portano esperienza e quel pizzico di malizia (buona) che il tecnico chiedeva a gran voce la scorsa stagione.

Troppo riduttivo credere che sia per colpa della mancanza delle giocate di Miranchuk che il Torino fatica da matti lì davanti. Senza dubbio il russo aveva nei piedi la giocata in grado di sbloccare i match con un assist e con il tiro, ma dati alla mano erano più i minuti di gioco in cui era praticamente assente dal campo rispetto a quelli in cui risultava incisivo.

Manca certamente Vlasic, il cui apporto fino ad ora non è stato certamente all’altezza dei milioni spesi per riscattarlo. Ma va detto, a sua parziale discolpa, che le mansioni difensive e di pressing che gli vengono date non facilitano la sua lucidità nell’ultimo terzo di campo.

Tutti conoscono il modo di giocare di Juric

Va tenuto anche in considerazione il fatto che gli avversari conoscono ormai bene il modo di giocare delle squadre di Juric ed è quindi probabile che abbiano trovato il modo di arginare al meglio i possibili pericoli sul nascere.

Il tecnico ha sempre rimarcato come l’assenza di fantasia sulla trequarti fosse la causa principale di una sterilità offensiva allarmante.

Ci ha provato Seck, ma con scarsi risultati. Troppi errori, troppe distrazioni e soprattutto una scarsa visione di gioco hanno fatto capire che per quanto si sforzi, il giovane trequartista senegalese può ambire, al massimo, ad un posto in panchina.

Giudizio sicuramente netto e tranciante quello appena espresso, ma che è frutto di troppe partite sbagliate dal giocatore.

Ora il Toro ha tre punte di spessore

Ad incidere poi sulla scelta presa dal mister grava anche l’acquisto di una punta di spessore come Zapata. Con tre attaccanti di ruolo a disposizione sarebbe stato un vero peccato costringerne due alla panchina.

Ecco che Sanabria, reinserito al centro del progetto torna a sfoderare una delle sue prestazioni di grande spessore tecnico e tattico. Il paraguaiano, schierato come seconda punta col compito di legare il gioco, torna a fare quello che tutti si ricordavano. Lega i reparti, recupera palloni e in più di una circostanza torna fino alla propria area di rigore per far rifiatare i centrocampisti.

Pellegri pare abbia lasciato alle spalle i problemi fisici (condizionale d’obbligo nel suo caso) e, vista l’assenza di Zapata ha ricoperto il ruolo di punta di riferimento. Va sottolineato come non abbia ricevuto palloni giocabili in area, ma i movimenti e la tenacia sono quelli della punta vera.

Tradimento dei fedelissimi?

La decisione di schierare dal primo minuto Gineitis come mezz’ala sinistra lascia intendere chiaramente la bocciatura ai danni di Ivan Ilic. Lo stesso tecnico, in conferenza, ha dichiarato di essere rimasto deluso dal giovane serbo che, a detta del mister, non ha lo spirito giusto per voler crescere e migliorarsi.

Anche Radonjic, a specifica domanda dei giornalisti, viene totalmente ignorato da Juric. Il tecnico afferma come si siano prese scelte tecniche diverse in questo momento e che quindi la totale esclusione del serbo indica chiaramente una sua uscita dal progetto granata.

L’illuminazione

Ecco che quindi Juric contro il Lecce decide di cambiare le carte in tavola mettendo in campo un 3-5-2 che in fase di costruzione vede Linetty abbassarsi a fare il play basso e con Ricci all’altezza della trequarti e libero, come lo scorso anno, di svariare in tutte le zone del campo senza avere il compito di eccessivi ripiegamenti difensivi.

Quella di Lecce è stata di fatto la prima partita in cui il giovane talento italiano ha saputo mostrare nuovamente ai suoi spettatori le sue doti fino a questo momento lasciate inespresse.

Viene lanciato in mischia anche un prodotto del settore giovanile granata: il giovane Gineitis che, fino a qui, aveva disputato solamente pochi spezzoni di gara. Il centrocampista mette in campo una prestazione gagliarda macchiata solamente da un’ammonizione ingenua che avrebbe potuto condizionarlo durante il resto del match.

Conclusioni

Questo nuovo 3-5-2 che appena Zapata sarà nuovamente in condizione lo vedrà come terminale offensivo in coppia con Sanabria, sembra essere quindi la direzione presa da Juric per questo proseguimento di stagione.

Con questa soluzione, anche se è presto per dirlo, le prime impressioni portano a vedere un Toro più solido in fase difensiva e potenzialmente più pericoloso in fase offensiva.

Per quanto riguarda la fase difensiva è chiaro che un centrocampo con tre interpreti più le due fasce di ripiegamento consentono una maggiore densità nella zona centrale con conseguente recupero palla più rapido. Inoltre, l’inserimento di un centrocampista in più consente a Ricci di essere sgravato da compiti difensivi per poter mettere in mostra le sue qualità palla al piede.

In fase offensiva, le due punte, portano più pericolosità e maggiori problemi alle difese avversarie. Se la coppia di attaccanti riuscirà nel tempo a trovare l’intesa perfetta, sicuramente Juric potrà togliersi diverse soddisfazioni.

Unico grande punto di domanda è relativo agli esterni. Il modulo a due punte prevede un maggior numero di cross in mezzo all’area per rendere il modulo ancora più efficace. Sino ad ora Lazaro sta faticando molto sulla fascia sinistra (essendo lui destro di piede) e Bellanova pare abbia alcune lacune sulla precisione dei cross.

Solo il tempo saprà dire se il tecnico riuscirà a sistemare questi problemi per rendere perfetto questo suo nuovo 3-5-2.

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