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ALESSANDRO CIOTTI, ICONA A 360 GRADI DELLO SPORT

Omaggio a un pilastro del mondo del calcio e non solo, ieri l'anniversario della sua morte avvenuta il 18 luglio 2003 a Roma

«Soltanto dieci secondi – affermò – per dire che quella che ho appena tentato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca per la Rai, un grazie affettuoso a tutti gli ascoltatori, mi mancheranno». Queste parole sanciscono la fine di un’era per la Rai, poichè Alessandro Ciotti le utilizzerà per chiudere la sua esperienza a “Tutto il calcio minuto per minuto” con la sua ultima radiocronaca del 1996, proprio durante la sua trasmissione finale per il programma ideato nel 1959 e ancora oggi in onda (conduzione di Filippo Corsini).

Sandro Ciotti nasce a Roma il 4 novembre del 1928. E’ stato un calciatore (Lazio, Ancona e Forlì le squadre in cui ha figurato), giornalista, doppiatore e soprattutto radiocronista. Il suo stile vivace e inconfondibile ha caratterizzato la sua intera carriera. Nel 1956 approda in campo radiofonico in K.O. :Incontri e scontri della settimana sportiva, una trasmissione di satira musicale e sportiva. Fu, inoltre, inviato stabile proprio per la Rai, dove ideò rubriche che ricevettero ampia approvazione (Domenica Sport, 1958).

La sua ecletticità e il dualismo musica-sport

Un personaggio che è stato artista a tutto tondo e che ha rappresentato per molti anni “la voce del calcio” : il suo timbro di voce e la sua griffe in radiocronaca risultarono assai singolari e questa caratteristica è derivata da una radiocronaca svolta sotto la pioggia alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968, che gli causò un’edema alle corde vocali incurabile. Ha raccontato in diretta due scudetti, conseguiti da Cagliari e Juventus rispettivamente nel 1970 e nel 1973. Nel 1970 debutta anche in TV ne “Il telecanzoniere” in veste di telecronista-disc jokey. Ha sempre sostenuto un forte parallelismo tra musica e sport: entrambi, per lui, fonti inesauribili di ispirazione e modelli sani da coltivare.

Narratore dalle doti innate, che gli hanno permesso di commentare oltre 2400 partite di calcio, 14 Olimpiadi, 15 edizioni del Giro d’Italia, 9 Tour de France e ben 40 Festival di Sanremo e di condurre, insieme a Maria Teresa Ruta per 8 edizioni dal 1986, La domenica sportiva. Celibe fino alla sua morte, Carlo Martinelli, per il suo blog, lo ricorda come “uomo curioso, informato e mai noioso”. Sarà ricordato come rivoluzionario della radiocronaca a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta e pioniere di uno stile molto innovativo.

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