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RAZZISMO IN SERIE A, LUKAKU E NON SOLO: QUANTO COSTA DIRE BASTA?

Juventus-Inter, terminata per 1-1 grazie alle reti di Cuadrado e Lukaku, porta con sé polemiche nel finale e ancora gravi episodi di razzismo

Quello che è accaduto ieri sera, martedì 4 aprile, al termine della sfida tra Juventus e Inter valevole per l’andata delle semifinali di Coppa Italia e terminata con il parziale risultato di 1-1, grazie alle reti di Juan Cuadrado e Romelu Lukaku, non è stato il primo e non sarà molto probabilmente nemmeno l’ultimo caso di grave episodio di razzismo rivolto direttamente dagli spalti (in questo caso dell’Allianz Stadium) nei riguardi principalmente di giocatori di colore o di etnie diverse dalla “nostra”. Ma cosa è successo ieri sera?

Agli sgoccioli dell’ultimo minuto di recupero, Gleison Bremer tocca colpevolmente la palla con la mano destra in area di rigore, scaturendo la possibilità per l’Inter dagli undici metri di riagguantare il pari. Dal dischetto ad interfacciare Mattia Perin va il roccioso centravanti belga, Lukaku, tornato da un’ottima esperienza in Nazionale valsa lui quattro reti in due partite. Il numero 90 nerazzurro spiazza l’estremo difensore bianconero e fisso verso la curva della Juventus sfoggia la sua esultanza: una dito davanti la bocca in segno di silenzio e una mano messa sulla fronte a mo’ di saluto da caporale militare. Tale esultanza, già messa in mostra con il Belgio per omaggiare il proprio compagno Doku, è stata percepita in maniera diversa dai supporters di fede bianconera.

Lukaku, esultanza Juventus-Inter (credits to: Calciomercato.it)
Lukaku, esultanza Juventus-Inter (credits to: Calciomercato.it)

Lukaku vittima di razzismo, tanti altri come lui: la dura realtà della Serie A

Se l’educazione, il rispetto, l’apertura verso il prossimo e lo spirito di comunità egualitaria non viene insegnato a tempo debito, allora risulta e risulterà sempre più difficile tentare di far smettere di crescere una volta per tutte l’onda brutale del “Razzismo”, sempre più protagonista in negativo dei nostri week-end di Serie A e non solo. Prendere di mira un giocatore solamente perché diverso da te, per fisico, religione, ideali, Paese o stato sociale: questo l’Iter che da anni ormai seguono molti spicchi di tifoserie, in qualunque categoria e verso chiunque.

Eppure, “attaccare” verbalmente un giocatore per notificare una brutta prestazione in campo ed intimarlo di cambiare mentalità o incitarlo a dare di meglio sarebbe più accettabile di un insulto rivolto in coro solo ed esclusivamente per ledere la morale di un uomo, prima che di un calciatore, che puntualmente si trova nella posizione di non potersi difendere se non con la denuncia di tali atteggiamenti. Cosa fare per migliorare la situazione e dare un calcio definitivo al razzismo sui campi da gioco? Ieri è capitato a Romelu Lukaku, la volta prima ad un altro e quella prossima ad un altro ancora, finché nessuno farà un bagno d’umiltà e ripassi le regole basiche del rispetto il razzismo farà ancora parlare molto di sé.

Leonardo Magrini

Mi chiamo Leonardo Magrini, amo il mondo del calcio e raccontare tutto quello che questo sport può regalarci. Sono un aspirante giornalista sportivo e, oltre ad avere intrapreso un progetto su Twitch dal nome HATRICKtwitch, ho l'ambizione di fare strada in questo fantastico mondo.

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