Serie A

L’analisi di Juve-Lazio: quando il cinismo conta

In una partita che è stata scandita soprattutto da una grande prestazione corale bianconera, andiamo a sviscerare gli episodi chiave del match, con l’analisi tattica di Juventus-Lazio.

Cinismo, incisività e cattiveria sotto porta. Così si potrebbe riassumere la Juventus vista ieri contro la Lazio di Maurizio Sarri. La squadra di Allegri ha dispensato segnali positivi, facendo vedere anche un po’ di quel calcio che si era già scorto ad Udine. Contro la squadra di Sottil i bianconeri erano esplosivi, mantenevano il campo ed il pallino del gioco.

L’analisi: i primi 25 minuti

Nei primi minuti di partita i ritmi sono altissimi: è la Juve ad imporre il gioco. Il pressing, portato anche (e soprattutto) dai difensori è alto, ed infatti non passa molto tempo prima del gol dell’1 a 0, firmato da un Dusan Vlahovic in formato goleador. Il serbo è letale sin dal primo pallone toccato, che è proprio quello che apre le marcature. Il tocco di prima di Locatelli è solo un cioccolatino che Dusan deve scartare per portare avanti la squadra nel punteggio.

In foto Locatelli, uomo importante per la nostra analisi tattica
In foto Locatelli
Ph: @Ansa

I bianconeri però non si fermano; il baricentro è sempre alto e l’aggressività rimane la stessa. Nonostante un vano tentativo da parte di Kamada per pareggiare, sintomo di una mini reazione della Lazio, la Juventus raddoppia con Chiesa. Il tandem d’attacco quest’anno sembra non averne per nessuno, l’ex Fiorentina viene servito dal tocco di Rabiot e conclude un’ottima azione portata avanti da tutto il centrocampo, da McKennie fino a Miretti ed allo stesso Rabiot.

Da lì la Lazio cerca di essere propositiva, la Juventus si espone maggiormente, ma gli uomini di Sarri non riescono a capitalizzare.

Le chiavi: l’attacco (e McKennie)

L’americano è ovunque, dispensa azioni da tutte le parti, ed è la chiave nei 2 gol segnati da Dusan Vlahovic nella partita dell’Allianz.

Weston è propositivo, soprattutto sulla fascia (il ruolo in cui Allegri lo ha schierato nel suo 3-5-2). La scelta tecnica presa da Max ha lasciato diverse perplessità, soprattutto per gli uomini che ha lasciato in panchina (come Andrea Cambiaso, subentrato a partita in corso). Alla fine però, ride bene chi ride ultimo. Scelta azzeccata e prestazione magistrale dello statunitense.

Sul primo gol, grazie ad un controllo di palla in una posizione del campo che nei prossimi giorni farà discutere, Weston riesce a servire Bremer, che con il tocco a Locatelli fornisce quello che poi diventerà l’assist del numero 5 per l’1 a 0. Sul secondo gol di Vlahovic, invece, il merito è tutto di McKennie, che con la cavalcata sulla fascia destra sfrutta bene il cambio di gioco verso il serbo, con un passaggio alto che scavalca gran parte degli uomini biancocelesti.

Che dire invece sui due arieti? Sono letali, e come sopracitato, quest’anno sembrano non averne per nessuno. Vlahovic rispetto all’anno scorso è tutt’altro giocatore, quell’ombra sbiadita di se stesso sembra pian piano sparire, e con 2 gol da centravanti puro fa volare la Juventus. Con l’apporto di Chiesa, che assume sempre più il comportamento di una seconda punta, i tifosi bianconeri non possono che sperare in positivo.

Lazio: Kamada e Luis Alberto gli unici raggi di sole

La Lazio è bloccata, le spaziature bianconere non permettono agli uomini di Sarri di esprimersi al meglio, ma qualche occasione la hanno comunque.

Gli unici giocatori più propositivi sono Kamada e Luis Alberto, con anche l’apporto di un Felipe Anderson che viene comunque fermato dalle marcature strette juventine.

Daichi Kamada con la maglia biancoceleste
Ph: @Imagephotoagency

Il giapponese è colui che ha le occasioni più grosse, è lui il primo biancoceleste ad impegnare Szczesny, col polacco che si vede costretto a volare per deviare il suo tiro al 24°. I suoi sforzi vengono poi ripagati con la sostituzione al 77°, dopo una partita a ritmi altissimi, in cui ha potuto dimostrare quanto di buono aveva già fatto vedere a Napoli

Luis Alberto marchia il suo nome nel tabellino dei marcatori con il gol del 2 a 1, ma il suo sforzo è vano, la squadra di Sarri non riesce più ad incidere e torna a casa a secco.

Una nota di merito anche per Ivan Provedel, che con le sue parate (tra cui un doppio miracolo su 2 colpi di testa di Rabiot) ha impedito alla Juve di dilagare. L’estremo difensore della Lazio è incolpevole su tutti e 3 i gol e la sua prova è molto positiva.

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