Calcio Femminile

VIS MEDITERRANEA-TRASTEVERE: MI RACCOMANDO, IL 25 NOVEMBRE IL SEGNO ROSSO. NEGLI ALTRI GIORNI, POSSIAMO ANCHE FREGARCENE DELLE DONNE

La vergogna, lo schifo, il disgusto. Una donna picchiata da un uomo, un tifoso accerchiato e pestato. Il calcio può smettere di essere la valvola di sfogo per il machismo più becero?

Al termine di Vis Mediterranea-Trastevere di domenica 21 aprile 2024, è accaduto un fatto vergognoso. Terminata la partita, valevole per la promozione in Serie B, con il risultato di 1-1, c’è stato qualche strascico dovuto alla tensione. Mentre sul campo continuavano le discussioni, un “signore” non meglio identificato, ha colpito con un pugno la capitana della squadra Trasteverina, Alice Ferrazza, scheggiandole tra l’altro un dente.

Il fatto

Come detto, al termine della partita Vis Mediterranea-Trastevere, dal valore della promozione, un signore non meglio identificato ha colpito una donna, leggi una calciatrice, leggi una capitana, con un pugno sul mento, per una discussione. Personaggio tra l’altro, che sembra non essere nemmeno un tesserato, seppur identificabile come appartenente allo squadra locale. La calciatrice ha rimediato un dente scheggiato, oltre allo shock dovuto al colpo.

Vero che in palio c’era una promozione, ma l’adrenalina non può sfociare in violenza fisica. E le giustificazioni sulla fortuità del colpo, rivedendo il fatto più volte, paiono poco fondate. La società Vis Mediterranea Soccer ha preso già le distanze da quanto avvenuto, e sta lavorando per identificare il soggetto. La calciatrice intanto, ha sporto denuncia ai Carabinieri.

Se nel calcio maschile la violenza pare ormai non solo socialmente accettata, ma quasi qualcosa di obbligatorio, nel femminile non si può tollerare. Non può essere questo il prezzo da pagare per la visibilità: se dal pubblico maschile arrivano queste personalità, c’è da riflettere molto a livello culturale.

Anche perché non si tratta dell’unico evento increscioso della partita. Un tifoso del Trastevere, fuori dallo stadio, è stato accerchiato e picchiato da 5 persone, come riferiscono fonti interne alla società. Un’aggressione quindi squadristica, che certifica ancora una volta come esista una visione machista dello sport, che vede in esso una valvola di sfogo per le bestie.

Che i provvedimenti di Vis Mediterranea-Trastevere siano adeguati

La società trasteverina ha effettuato l’esposto in procura, e ora la palla passa ai tribunali. Il timore è che tutto si risolva senza puniti, come purtroppo prassi “all’italiana”, con qualche multa e qualche tirata di orecchie. Ma la procura ha la possibilità di essere dura, e quindi deve esserlo. Perché poi è inutile avere la campagna #maipiù della FIGC a contrasto della violenza di genere. È inutile il segno rosso sul viso il 25 novembre. Sono inutili anche le panchine rosa e le mimose l’8 marzo.

Il contrasto alla violenza di genere non è soltanto un gesto da fare quando le cronache vengono sconvolte dai femminicidi. Né altrimenti un gesto di rispetto verso una donna in una determinata ricorrenza. E non ci si può nemmeno trincerare dietro lo slogan “non tutti gli uomini sono così“, perché comunque chi attua queste violenze, è comunque un uomo. E come visto, non solo contro una donna, ma contro anche esponenti del proprio stesso sesso.

Domina ancora una visione machista dello sport, dove occorre a tutti i costi manifestare violenza bruta per far vedere al branco che si è degni partecipanti. Una persona indifesa è stata accerchiata e riempita di botte. Il tutto per una partita di calcio femminile! Occorre una profonda riforma della società, nonché un cambio culturale. La violenza nello sport non può più essere accettata, né a fine partita, né fuori dallo stadio

Per farlo, basterebbe applicare la legge, con pene esemplari, multe salatissime e il daspo a vita da qualsivoglia associazione. Cambiare il mondo è possibile, ma bisogna volerlo davvero. Le parole, ad oggi, non servono più. Sarebbe bello un giorno non leggere più né di violenza di genere, né di violenza del genere. Per il momento, occorre prendere atto che la violenza del calcio maschile si sta trasferendo in quella femminile. E questo fa solo male a chi vuole vivere con passione uno sport.

Sebastiano Moretta

Appassionato di calcio femminile, F1 e ciclismo. Amante della storia dello sport, specialmente quella del calcio femminile.

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